Skip to content

Pensione di reversibilità a chi spetta?

28 Luglio 2023
Condividi su
Tempo di lettura 4 minuti

Quando un pensionato o un lavoratore assicurato muore, lo Stato ha previsto che vengano versate delle somme ai familiari: si tratta della pensione di reversibilità.

Questo per evitare che i cari della persona defunta si ritrovino improvvisamente senza la sua entrata economica mensile.

La pensione di reversibilità spetta, quindi, ai familiari di una persona che già percepiva la pensione nel momento della morte.

Avevi mai sentito di parlare di questo tipo di pensione?

Sai come funziona?

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire che cos’è la pensione di reversibilità, come funziona e quali sono le sue principali caratteristiche.

Di cosa si tratta

La pensione di reversibilità è un trattamento di tipo pensionistico che viene riconosciuto a favore dei superstiti del pensionato deceduto o del soggetto deceduto che ancora non ha maturato il diritto alla pensione.

In suddetto caso il trattamento viene definito “pensione indiretta” e spetta solo se il soggetto ha maturato 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui 3 anni, come minimo, nei 5 anni che precedono la data della morte.

Affinché si possa essere titolari del diritto alla pensione di reversibilità è necessario risultare, al momento del decesso del pensionato, a suo carico.

Questo implica il fatto di non avere quei requisiti reddituali che l’ordinamento stabilisce per ritenere un soggetto autonomo dal punto di vista economico e quindi in grado di mantenersi da solo.

Resta inteso che la pensione ai superstiti viene riconosciuta solo ai parenti a carico del defunto e pertanto mantenuti abitualmente dallo stesso.

Come funziona

Possiamo affermare che il diritto alla pensione di reversibilità è un autonomo diritto di natura previdenziale, che sorge in capo ai beneficiari con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il decesso del pensionato.

Esso trova la sua giustificazione nella solidarietà familiare.

Questo significa che la pensione di reversibilità è a favore del coniuge superstite anche separato o divorziato se titolare di assegno divorzile, ai figli (anche adottivi o affiliati) minorenni o inabili al lavoro, studenti entro il 21° anno di età o 26° se universitari e a carico.

Spetta anche ai nipoti a carico del pensionato alla sua morte e ai genitori e fratelli e sorelle del pensionato defunto, sempre se a carico.

Chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto, al raggiungimento dei requisiti, anche alla pensione di vecchiaia.

Percepirà, quindi, il trattamento diretto (pensione INPS) e il trattamento indiretto (pensione di reversibilità).

Dal punto di vista delle tempistiche è rilevante comprendere quando il coniuge matura il diritto alla pensione di reversibilità.

Questo avviene dopo un mese dal decesso, anche se separato legalmente o divorziato se titolare di un assegno periodico divorzile.

La legge richiede la sussistenza di ulteriori requisiti, anche al fine di non ledere la posizione dell’eventuale nuovo coniuge, con cui lo stesso ha contratto le nozze dopo il divorzio.

Questi includono, oltre alla titolarità dell’assegno divorziale, anche l’anteriorità del rapporto da cui trae origine il trattamento pensionistico alla sentenza di divorzio e il non passaggio a nuove nozze.

L’ex coniuge titolare dell’assegno post-matrimoniale, oltre alla pensione di reversibilità, ha diritto anche a tutte le indennità previste per il coniuge deceduto.

Oltre che al coniuge e all’ex coniuge la reversibilità spetta anche ai figli minori di 18 anni.

Inoltre ne hanno anche diritto i figli studenti di scuola media secondaria di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore che è deceduto, purché non svolgano attività lavorativa.

In merito ai figli studenti universitari la pensione di reversibilità spetta per tutta la durata del corso di laurea ma non oltre i 26 anni, sempre nel caso in cui siano a carico del genitore deceduto e purché non svolgano attività lavorativa.

Si evidenzia che la pensione ai superstiti spetta ai figli inabili, a prescindere dall’età, purché a carico del pensionato.

Ci sono anche dei casi in cui la pensione di reversibilità spetta anche ai genitori, ma in questo caso il pensionato non deve aver lasciato in vita né coniuge, né figli, né nipoti.

I genitori, poi, dovevano essere a suo carico al momento del decesso, avere almeno 65 anni di età e non devono essere titolari di pensione diretta o indiretta.

In mancanza di coniuge, figli, nipoti e genitori, la pensione di reversibilità può spettare anche ai fratelli celibi e alle sorelle nubili, purché a carico del defunto e inabili al lavoro.

Durata della pensione di reversibilità

È importante ricordare, dal punto di vista tempistico, che il diritto alla pensione di reversibilità non sempre è a tempo indeterminato:

  • Per il coniuge cessa nel caso in cui egli contragga un nuovo matrimonio, con diritto, tuttavia, a due annualità della quota di pensione nella misura spettante alla data delle nuove nozze, una tantum e compresa la tredicesima.
  • Per i figli minori cessa al compimento dei 18 anni a meno che non siano studenti o studenti universitari, nel qual caso la soglia si eleva, rispettivamente, a 21 anni e a 26 anni di età. I figli inabili perdono il diritto se viene meno il loro stato di inabilità.
  • I genitori smettono di beneficiare della reversibilità se conseguono un’altra pensione
  • I fratelli e le sorelle perdono il diritto se conseguono un’altra pensione, contraggono matrimonio o cessano di essere inabili.

Come si calcola

In merito al calcolo della pensione di reversibilità emerge che la pensione di reversibilità non prevede l’erogazione dell’intero importo che spettava al defunto. Infatti, viene calcolata una quota percentuale della pensione che varia a seconda del grado di parentela dell’avente diritto al trattamento. Elenchiamo qui di seguito le percentuali:

  • 60%, se a beneficiarne è solo il coniuge,
  • 70%, se è erogata in favore di un solo figlio,
  • 80%, se gli aventi diritto sono il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge,
  • 100%, se ad avere diritto alla reversibilità sono il coniuge e due figli o tre o più figli.

Ricerca

INAIL