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Climate investing: di cosa si tratta

18 Settembre 2023
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Tempo di lettura 4 minuti

Il tema della sostenibilità si connota come una variabile sempre più significativa anche a livello economico e questo la rende necessaria, oltre che più complessa, per gli investitori.

Ad oggi questi si trovano, quindi, in una situazione in cui devono analizzare le varie asset class per trovare opportunità in linea con i loro principali obiettivi di portafoglio.

A tal fine il climate investing, ovvero la finanza climatica, sta diventando sempre più complessa e competitiva.

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire che cos’è il climate investing e quali sono le sue principali implicazioni.

Il contesto di riferimento

Il mercato si evoluto o, meglio, si sta evolvendo molto velocemente. La trasformazione sostenibile è in atto anche a livello finanziario e degli investimenti. Se nei primi anni della trasformazione sostenibile risultava possibile, per gli investitori, generare rendimenti semplicemente puntando su alcuni grandi temi della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, come le energie rinnovabili, e investendo sulle società che permettevano questo progresso, oggi non è più così. In questo momento i potenziali investimenti si stanno moltiplicando così come sta crescendo in modo sensibile il numero di investitori che sono alla ricerca delle migliori opportunità offerte dal mercato.

A dimostrare la complessità di questo economico è il fatto che la volatilità del mercato degli ultimi anni, ha inciso sulle strategie d’investimento green (anche quelle che avevano avuto successo) andando a mostrare come questa transazione sia un processo complesso e a lungo termine.

Dati questi presupposti sembra necessario che si vadano ad analizzare, per trovare investimenti promettenti in linea con i principali obiettivi di portafoglio degli investitori, le varie asset class.

I cambiamenti più rilevanti 

Andando ad analizzare gli ultimi 15 anni è possibile sottolineare come ci siano stati dei cambiamenti molto importanti. In un primo momento gli investimenti climatici risultavano essere di tipo monodimensionale ovvero c’erano obiettivi prestabiliti, dati e parametri. Nonostante questo, emerge che molte di queste strategie puntavano a ottenere un’etichetta, che fosse green” o “ESG”, senza però essere allineate con l’idea di avere un impatto reale e un portafoglio ben bilanciato. Un approccio di questo tipo ha determinato il verificarsi di una situazione caratterizzata da esposizioni e concentrazioni indesiderate. Nello specifico molti investitori si sono diretti verso settori a bassa intensità di carbonio, considerati più favorevoli per l’ambiente, allontanandosi dai settori con emissioni più elevate più difficilmente riducibili, come i combustibili fossili. Questo non ha solo decretato un aumento dell’esposizione in generale tra mercati e settori, ma anche portato alla definizione di una versione di climate investing più sofisticata dove i dati e i parametri risultano essere fissati in base allo scopo perseguito.

In particolare, le persone hanno compreso che il precedente approccio non sarebbe stato in grado di produrre il giusto risultato dal punto di vista climatico.

Un ulteriore problema è stato rappresentato dal fatto che molti investitori pensavano di assumere una strategia favorevole al clima orientando i loro portafogli verso i titoli growth, mentre ora hanno compreso che questo approccio non è efficacie dal punto di vista finanziario.

Il clima come tema d’investimento

Parlare di clima come tema d’investimento non vuol dire che le tradizionali regole di costruzione del portafoglio e di gestione del rischio vengano meno, ma, almeno verosimilmente, diventano estremamente rilevanti.

A tal fine è necessario un approccio multi-asset che permetta di personalizzare il portafoglio per la gestione del rischio climatico andando a trovare opportunità di crescita tematiche.

L’uso dei dati

Come sopra anticipato, è possibile affermare che ci sono moltissimi parametri da analizzare nell’ambito degli investimenti sostenibili. In un primo momento i diversi approcci ai dati riguardavano principalmente la classificazione, mentre nel corso del tempo, gli investitori hanno iniziato a utilizzare dati sempre migliori a loro disposizione per ottenere informazioni sugli investimenti possibili, piuttosto che trovare una soluzione in merito alla classificazione.

Questo ha determinato lo sviluppo di un approccio più olistico che non sia solo retrospettivo, ma abbia più dati prospettici e in tempo reale.

Così come per gli investimenti tradizionali è importante fare affidamento su dati finanziari retrospettivi emerge come la medesima dinamica valga anche per gli investimenti climatici. È sulla base di questa evidenza che affiora la necessità di concentrarsi sull’approfondimento dei dati riferiti al passato, al presente e al futuro. Solo in questo modo è possibile ottenere una serie di informazioni più complete che risultano essere fondamentali per i clienti e di prendere decisioni migliori d’investimento.

Il ruolo dei mercati privati

La rapida espansione degli investimenti climatici ha decretato anche una importante e crescente importanza dei mercati privati.

Se fino a qualche anno fa le società private erano portate a misurarsi solo con la sostenibilità oggi la situazione è profondamente cambiata in quanto sono state messe sotto pressione da parte delle società quotate e del settore bancario. Nello specifico è sempre più chiaro come le grandi società pretendano una maggiore trasparenza e tracciabilità climatica da parte dei propri fornitori, la maggior parte dei quali si trovano in capo a soggetti privati. I gestori patrimoniali si trovano in una situazione in cui devono considerare i propri obiettivi climatici e requisiti di reportistica e, proprio per questo, sono portati a incoraggiare le società a sviluppare le loro ambizioni climatiche. Tale dinamica, almeno verosimilmente, sviluppa opportunità differenzianti per il mercato in quanto nel momento in cui le società private, che riforniscono società quotate, diventano più sostenibili e offrono i dati, la trasparenza e l’impatto necessari per supportare gli obiettivi di sostenibilità aziendale, acquisiscono anche maggiori probabilità di diventare fornitori di fiducia.

I gestori patrimoniali devono, quindi, supportare le aziende dotate di strumenti, risorse e competenze in modo che possano migliorare le loro pratiche sostenibili per soddisfare queste opportunità di mercato.  

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