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Pagamento tasse su Naspi

17 Novembre 2023
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Tempo di lettura 3 minuti

I lavoratori dipendenti che hanno percepito indennità e somme a titolo di integrazione salariale o ad altro titolo (come NASPI, cassa integrazione o reddito di cittadinanza) direttamente dall’INPS o da altri Enti, si trovano in una situazione in cui sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi e ad indicare il numero di giorni per i quali il beneficio è stato fruito.

Che cos’è la NASPI

La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sussidio di disoccupazione erogato in Italia a coloro che hanno perso il lavoro. Questo rappresenta un nuovo strumento governativo introdotto con il decreto legislativo del 4 Marzo 2015.

Costituisce un’indennità mensile di disoccupazione che viene erogata nel momento in cui si verifica il cosiddetto “rapporto di lavoro cessato involontariamente”.

La NASpI spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi:

  • apprendisti;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Nel caso in cui si sia ricevuta la NASPI, è importante sapere come e quando indicarla all’interno della dichiarazione dei redditi. 

Questa è destinata a coloro che hanno perso il lavoro e hanno versato contributi per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni e almeno 30 giorni nell’ultimo anno.

NASPI e dichiarazione dei redditi

La NASPI è considerata reddito imponibile e deve quindi essere indicata nella dichiarazione dei redditi. L’importo della NASPI ricevuto durante l’anno fiscale deve essere indicato nel quadro RC del modello Redditi Persone Fisiche.

Come sopra evidenziato il reddito di cittadinanza viene erogato a tutti i cittadini che presentano una situazione economica non favorevole. Di fatto chi chiede il reddito di cittadinanza percepisce un reddito annuo generale molto basso o nullo, e la misura del reddito di cittadinanza interviene nel momento in cui sono assenti altre forme di reddito consistenti. Per questo motivo il reddito di cittadinanza non deve essere necessariamente inserito in dichiarazione dei redditi.

Il reddito di cittadinanza non è neanche da indicare nel momento in cui si procede al calcolo ISEE, perché non consiste in un vero e proprio reddito e non è soggetto a imposte. Questo è valido anche nel momento in cui insieme al reddito di cittadinanza venga ricevuto un trattamento pensionistico o uno stipendio da un datore di lavoro. In ogni caso, anche se non è obbligatorio, si può presentare nella dichiarazione dei redditi l’informazione che riguarda la ricezione del reddito di cittadinanza. In linea generale, possiamo concludere che il reddito di cittadinanza è esente IRPEF, infatti, non si pagano imposte su questo tipo di reddito. Va comunque ricordato che l’obbligatorietà della presentazione della dichiarazione dei redditi è relativa allo stato complessivo reddituale del soggetto, e i limiti riguardano in particolare i redditi percepiti durante tutto l’anno.

 

NASPI e tassazione 

La NASPI è sottoposta a regime di tassazione separata. Non percepisce cioè lo stesso trattamento fiscale del reddito percepito precedentemente e in compensazione del quale viene versata l’indennità da parte dell’INPS.

Capire quale sia la tassazione della NASPI, è importante perché permette di sapere in anticipo quale sarà l’importo netto effettivamente percepito. La corretta applicazione del regime fiscale previsto, permetterà di evitare quegli spiacevoli inconvenienti a cui è possibile andare incontro in sede di conguaglio di fine anno. Quando l’Inps cioè, in qualità di sostituto d’imposta, effettuerà il ricalcolo di quanto effettivamente dovuto, conteggiando le eventuali differenze fra le ritenute applicate e il regime di tassazione a cui vanno sottoposti i redditi percepiti durante l’anno.

A tal fine è utile conoscere quanto vale davvero la tassazione Naspi.

L’aliquota applicata, proprio per la natura di indennità sostitutiva, seguirà gli scaglioni previsti per la tassazione dei redditi prodotti dalle persone fisiche.

Allo stato quindi, fatte salve eventuali riforme degli scaglioni Irpef, per calcolare la tassazione naspi occorrerà fare riferimento alla tabella riportata di seguito:

  • 23% per i redditi fino a 15000 euro
  • 27% per i redditi fino a 28000 euro
  • 38% per i redditi fino a 55000 euro
  • 41% per i redditi fino a 75000 euro

43% per i redditi oltre i 75000 euro.

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