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PMI protagoniste della finanza sostenibile 

15 Settembre 2023
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Tempo di lettura 4 minuti

Secondo ricerche recenti, le piccole e medie imprese (PMI) si trovano in una situazione in cui risultano essere sempre maggiormente le protagoniste dei percorsi di sviluppo sostenibile. A tal fine anno, infatti, messo in campo forti investimenti in campo ambientale e sociale. 

Se da una parte le piccole e medie imprese presentano questo forte attivismo si trovano, al contempo, ad essere ancora in una posizione di tipo marginale rispetto alle dinamiche della rendicontazione non finanziaria e della valutazione ESG, che vanno a coinvolger soprattutto le imprese di grandi dimensioni.

Questa dinamica è stata possibile anche perché l’Unione Europea si è impegnata e si sta impegnando in modo massivo a rilanciare e a sostenere le norme per la finanza sostenibile nelle imprese ponendo al centro di queste misure la piccola e media imprenditoria.

Importanza delle piccole e medie imprese in Europa

Le piccole, medie e microimprese (PMI) hanno un ruolo fondamentale all’interno dell’ecosistema imprenditoriale europeo al punto che rappresentano ben il 99 % delle imprese dell’UE.

Secondo una recente ricerca del 2023 emerge che queste sono una fonte fondamentale di lavoro dal momento che danno lavoro ai due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e contribuiscono a più della metà del valore aggiunto totale creato dalle imprese dell’Unione. Considerando la loro importanza è rilevante evidenziare che nel corso degli anni a livello dei singoli paesi europei e dell’Unione Europea stessa sono stati adottati diversi programmi d’azione al fine di aumentare la competitività delle piccole e medie imprese per mezzo della ricerca e l’innovazione e migliorare l’accesso ai finanziamenti.

Si evidenzia che oggi anche il conseguimento della neutralità in termini di emissioni di carbonio e la transizione digitale sono altresì stati presi in considerazione nelle strategie adottate onde garantire migliori condizioni generali alle PMI.

Piccole e medie imprese e finanza sostenibile

Secondo Assolombarda la finanza sostenibile rappresenta per le piccole e medie imprese una importante leva di crescita e innovazione tale per cui l’associazione punta a favorire, per questa fattispecie di aziende, un percorso graduale verso la sostenibilità, basato sull’introduzione della rendicontazione.

Secondo Paolo Gerardini, Vicepresidente Credito e Finanza Assolombarda, la finanza si connota come un’occasione importante per indirizzare capitali pubblici e privati verso modelli economici e progetti sempre più performanti e sempre più compatibili con la dimensione sociale e ambientale. Proprio per questo la finanza sostenibile diventa un elemento che ha un ruolo importante anche di sostegno alle politiche industriali al punto che ciascuno può fare la sua parte per indirizzare gli investimenti in sostenibilità per la transizione green.

La finanza sostenibile a misura di piccole e medie imprese

Se da una parte le grandi imprese con obblighi ESG (ambiente, sostenibilità sociale, governance) sono già attrezzate per riuscire a unire correttamente gli impegni normativi e strategici con le decisioni aziendali e la pianificazione dell’attività emerge come la vera sfida è quella che devono intraprendere le piccole e medie imprese. In particolare, queste devono essere coinvolte nel processo di misurazione, trasparenza e comunicazione della sostenibilità, facendo da catalizzatore e guida. A tal fine il reporting non finanziario costituisce in questo senso un utile strumento. L’insieme di queste azioni significa sensibilizzare e informare le PMI sui temi della sostenibilità.

A tal fine sono state delineate una serie di proposte e di azioni:

  • Avviare un percorso di sostenibilità che consiste nella mappatura e nell’ingaggio dei principali stakeholder, analisi del posizionamento aziendale, realizzazione check-up di sostenibilità, definizione di obiettivi e progetti operativi.
  • Sviluppare la rendicontazione sulla sostenibilità tale per cui le PMI che redigeranno e rappresenteranno il proprio set di informazioni ESG oltre a quelle economico-finanziarie (con una sezione nella nota integrativa del bilancio o con un report integrato) saranno avvantaggiate nell’intercettare capitali privati e pubblici a livello europeo e nazionale.
  • Creare una relazione di fiducia dei propri stakeholder al punto che questi possano percepire come la sostenibilità sia davvero insita nella cultura aziendale, magari con un maggiore ricorso alle certificazioni (gestione aziendale, qualità e ambiente) e con l’utilizzo di indicatori che valorizzano elementi non finanziari distintivi dei propri modelli di business rispetto ai competitor.
  • Riuscire a comunicare l’impegno verso la sostenibilità per mezzo dell’impiego di tutti gli spunti possibili, rivedendo il modello aziendale ispirandosi ad esempio a quello delle società benefit (oltre allo scopo di lucro, perseguono una o più finalità di beneficio comune rendicontando risultati e obiettivi).

Il ruolo dell’Europa

Ad oggi la Banca centrale europea e le autorità di vigilanza finanziaria, compresa la Commissione Europea, stanno ampliando la loro strategia di finanza sostenibile. A tal fine Eba, Esma e Eiopa, le tre maggiori autorità di controllo sulle attività di mercato in Unione Europea, si sono impegnate nel promuovere dei più stringenti controlli sul greenwashing andando a paragonarlo a una vera e propria manipolazione di mercato per gli investitori nei primi giorni di giugno.

A tal fine il 13 giugno la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure finalizzato ad ampliare la definizione di “verde” e di cosa, invece, non lo sarà.

In tale frangente si sviluppano le nuove misure che hanno come obiettivo quello di espandere l’accesso a finanziamenti sostenibili, green bond e piani di sviluppo di politiche di transizione nelle aziende di piccola e media dimensione senza farle ricadere nei grandi procedimenti normativi e di controllo a cui i maggiori attori sono oggigiorno sottoposti.

Oggi le piccole e medie imprese che perseguono obiettivi di decarbonizzazione nell’economia circolare, nei servizi di sostegno alla società sono riconosciute dall’Unione Europea come un “economia sociale”.

Se il provvedimento dell’Unione Europea troverà compimento si andranno ad accrescere gli aiuti di Stato in merito all’accesso alla finanza sostenibile da parte delle piccole e medie imprese. Verranno, quindi, adottati una serie di strumenti legislativi che aiutino a incoraggiare le imprese tradizionali a incorporare le imprese dell’economia sociale nelle loro catene di approvvigionamento, a digitalizzare i servizi nelle imprese attivi nei settori d’oggetti della Tassonomia e a favorire politiche di lavoro inclusive.

A tal fine appare come l’Unione europea avrà bisogno di investimenti aggiuntivi di circa 700 miliardi di euro ogni anno per raggiungere gli obiettivi del Green New Deal. La maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da finanziamenti privati.

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