Come funzionano gli adeguamenti alla speranza di vita
Si è sempre più longevi. Un trend che proseguirà nel futuro.
Questo aspetto demografico di particolare rilievo si riflette in modo diretto anche sul nostro sistema pensionistico che dovrà erogare prestazioni per un periodo di tempo più lungo. Per questo motivo il Dl 78/2010 convertito con legge 122/2010 ha previsto dal 1° gennaio 2013, il progressivo innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione (di vecchiaia ed anticipata) che consentirà di sterilizzare gli effetti dell’allungamento della vita media della popolazione.
All’interno di questo articolo andremo ad approfondire:
- Le speranze di vite
- La connessione tra speranza di vita e pensione
Le speranze di vita
È chiaro che oggi si vive sempre più a lungo ed è proprio per questo motivo che si crea un sistema di adeguamento che delinea una situazione secondo la quale occorre andare in pensione più tardi.
Sulla base di questa visione si sviluppa la filosofia di base che ha ispirato la legge del 2010, con cui è stato deciso che i requisiti pensionistici dovranno nel corso del tempo andare a fare riferimento all’incremento della speranza di vita, in modo da rendere sostenibile nel medio-lungo periodo l’intero sistema previdenziale.
Questo significa che il suo aumento andrà a comportare anche un incremento dell’età minima per andare in pensione, adeguando in questo modo il periodo della vita lavorativa alla durata della vita media, senza causare un eccessivo aggravio della spesa pubblica per la previdenza sociale.
Il sistema di adeguamento automatico delle pensioni è così basato sull’indicatore statistico (la speranza di vita) che viene elaborato direttamente e periodicamente dall’Istat con cadenza biennale.
Si ricorda che in un primo momento la legge del 2010 prevedeva un adeguamento ogni tre anni, ridotti a due (a partire dal 2019) dalla riforma Monti-Fornero.
Sono, quindi, legati alla longevità anche i requisiti per la pensione anticipata. Anche in questo caso i 42 anni e dieci mesi (un anno in meno per le donne) sono confermati per tutto il 2026.
Si evidenzia che in merito alle pensioni, la circolare INPS n. 28 del 18 febbraio 2022 ha confermato lo slittamento al 2025 dell’adeguamento dei requisiti per l’accesso dei requisiti di accesso alla speranza di vita. Nessun incremento è invece previsto nel biennio 2023/2024. Questo significa che dal 1° gennaio 2023 andranno a rimanere in vigore i parametri riferiti al biennio 2021/2022, come disposto dal decreto direttoriale del Ministero dell’Economia del 27 ottobre 2021, la norma che riporta le disposizioni in materia di adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
Adeguamento dell’età pensionabile riparte dal 2025
La circolare dell’INPS n. 28 del 18 febbraio 2022 indica i requisiti di accesso al pensionamento per il biennio 2023/2024 andando a confermare che ad oggi non risulta essere previsto alcun incremento dell’età minima per accedere ai trattamenti pensionistici di anzianità e di vecchiaia.
La motivazione che si trovano alla base della mancanza dell’adeguamento dei requisiti di accesso alla speranza di vita è da ricercarsi, in particolar modo, nel decreto direttoriale del Ministero dell’Economia del 27 ottobre 2021.
La norma indica: “A decorrere dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici di cui all’art. 12, commi 12-bis e 12-quater, fermo restando quanto previsto dall’ultimo periodo del predetto comma 12-quater, del decreto-legge 30 luglio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni e integrazioni, non sono ulteriormente incrementati.”
Secondo l’INPS anche l’adeguamento della speranza di vita applicato dal 1° gennaio 2021, disposto dal decreto del 5 novembre 2019 del Ministero dell’Economia, non aveva previsto alcun incremento dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici. Per questo motivo i trattamenti pensionistici che rientrano nel perimetro di applicazione di queste norme sono:
- pensione di vecchiaia per requisiti anagrafici;
- pensione anticipata;
- pensione di anzianità;
- pensione di anzianità con il sistema delle c.d. quote;
- pensione di vecchiaia.
Requisiti di accesso al pensionamento per il 2023 e 2024
Per accedere alle pensioni per il 2023 e il 2024 i requisiti permangono invariati rispetto al biennio 2021/2022. Questo significa che ai fini di avere la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia, riservata agli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle sue forme sostitutive ed esclusive e alla Gestione separata, è necessario aver conseguito un’età pari a 67 anni per il biennio 2023/2024.
Nel caso di pensione per i lavoratori che hanno svolto attività particolarmente gravose o lavori faticosi o pesanti con almeno 30 anni di contributi nel 2023 e 2024 si chiarisce che questi avranno la possibilità accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.
Mentre per quanto concerne quei soggetti che possiedono almeno 5 anni di contributi e il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, emerge che il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia nel biennio 2023/2024 si ottiene al raggiungimento dei 71 anni.
Invece, risultano essere invariati i requisiti anagrafici relativi ai lavoratori che hanno raggiunto il limite di età previsto ma che non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione di anzianità 1° gennaio 2023.
Requisiti per la pensione anticipata fino al 31 dicembre 2026
Per accedere ai trattamenti di pensione anticipata, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026, il requisito ammonterà ancora a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Questo significa che il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico anticipato si va a concretizzare dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti.
In merito ai soggetti il cui primo accredito contributivo va a decorrere dal 1° gennaio 1996, così che il diritto alla pensione si perfeziona anche per il biennio 2023/2024 al raggiungimento dei 64 anni.
Il requisito per l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori “precoci” dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026 è pari a 41 anni.
In relazione alla pensione di anzianità con il sistema delle c.d. quote, potrà essere richiesta se si ha un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età minima di 62 anni.
La circolare dell’INPS sottolinea che rimane in vigore la possibilità per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, con un’età minima di 63 anni, di accedere a quota 98.
La medesima cosa vale per il biennio 2023/2024 i lavoratori autonomi iscritti all’INPS potranno accedere a quota 99.
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