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I contributi volontari

13 Maggio 2023
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Tempo di lettura 5 minuti

Se sei un lavoratore che ha cessato o interrotto un’attività lavorativa, hai la possibilità di assicurarti il perfezionamento dei requisiti per la pensione o incrementare l’importo dell’assegno attraverso i contributi volontari.

Questa opzione è disponibile per tutti gli iscritti ai fondi della previdenza pubblica obbligatoria.

Con il versamento dei contributi volontari, puoi aumentare la tua posizione previdenziale senza dover passare attraverso il datore di lavoro.

Gli importi versati possono essere dedotti fino a un limite annuale di 5.164,57 euro e il fondo ti fornirà una certificazione annuale dell’ammontare totale dei contributi versati.

I contributi volontari non ti vincolano in alcun modo e hai la libertà di determinarne l’importo, purché sia almeno pari a 100,00 euro.

Puoi anche sospendere o modificare gli importi dei versamenti in qualsiasi momento.

I versamenti volontari vengono investiti secondo le tue scelte di contribuzione e contribuiscono a determinare la tua posizione individuale per il calcolo della prestazione pensionistica.

Raggiungere i requisiti per la pensione o incrementare l’importo dell’assegno attraverso i contributi volontari è una scelta che puoi fare quando il rapporto di lavoro è cessato o interrotto.

Presentando la domanda di autorizzazione all’ente previdenziale, potrai ottenere l’autorizzazione per effettuare i versamenti.

I requisiti per l’autorizzazione variano a seconda della tua situazione contributiva, ma in generale sono richiesti almeno cinque anni di contributi effettivi in tutto il periodo lavorativo o tre anni di contributi nei cinque anni precedenti la domanda.

I contributi volontari offrono una soluzione flessibile per garantire una migliore sicurezza economica nella fase pensionistica.

Nel prossimo capitolo, esploreremo in dettaglio le diverse tipologie di contributi volontari e le opportunità che offrono ai lavoratori.

Che cos’è

I contributi volontari rappresentano diverse tipologie di contributi che possono essere versati su richiesta dell’iscritto che desidera proseguire la contribuzione al fine di ottenere il diritto alla pensione o aumentarne l’importo.

Questa possibilità si applica anche in caso di pause per motivi di studio, famiglia, interruzioni disciplinari o lavori discontinui, stagionali o part-time.

Attraverso i contributi volontari, i lavoratori che hanno cessato o interrotto un’attività lavorativa hanno la possibilità di perfezionare i requisiti necessari per ottenere la pensione e/o incrementare l’importo dell’assegno, pagando direttamente i contributi.

Questa opportunità è stata riconosciuta nel nostro sistema previdenziale dal decreto legislativo 184/1997.

La norma ha esteso la possibilità di versare contributi volontari anche agli iscritti ai fondi sostitutivi ed esclusivi dell’assicurazione obbligatoria, come nel caso del pubblico impiego e della gestione separata.

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Inizialmente, tale possibilità era prevista solo per i lavoratori dipendenti e per gli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, come artigiani, commercianti e agricoli autonomi.

I contributi volontari, secondo l’articolo 9 del DPR 1432/1971, sono equiparati ai contributi obbligatori per quanto riguarda il diritto alle prestazioni, l’anzianità contributiva e la determinazione della retribuzione annua pensionabile.

Pertanto, possono essere utilizzati per raggiungere i requisiti contributivi sia per l’accesso alla pensione anticipata (ad esempio, 42 anni e 10 mesi di contributi) sia per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) che per raggiungere i 35 anni di contributi per lavori usuranti.

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È importante notare, tuttavia, che per i lavoratori nel sistema contributivo puro, che non hanno anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, i versamenti volontari non possono essere utilizzati per il perfezionamento della pensione anticipata secondo l’articolo 1, comma 7 della legge 335/1995.

Nella valutazione della convenienza dei versamenti volontari, non bisogna dimenticare l’opportunità offerta dal risparmio fiscale.

I contributi volontari possono infatti essere dedotti dall’intero reddito complessivo, anche se l’onere dei versamenti è stato sostenuto per i familiari a carico.

Inoltre, è importante sottolineare che spesso il legislatore ha tutelato coloro che hanno ottenuto l’autorizzazione per i contributi volontari, evitando l’applicazione di regole pensionistiche svantaggiose rispetto a quelle in vigore al momento dell’autorizzazione

Requisiti

Affinché sia possibile avere l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria è necessario che l’assicurato faccia valere uno dei seguenti requisiti:

  • titolarità di almeno 5 anni di contributi (corrispondenti a 260 contributi settimanali nonché equivalenti a 60 contributi mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei contributi versati;
  • titolarità di almeno 3 anni di contribuzionenel corso dei cinque anni che precedono la data di presentazione della domanda.

Si chiarisce che i requisiti richiesti devono essere perfezionati per mezzo della contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria e da riscatto), andando ad escludere la contribuzione figurativa a qualsiasi titolo accreditata.

È importante ricordare che i requisiti di cui sopra da soli non sono sufficienti è, infatti, necessario che l’interessato debba aver cessato o interrotto il rapporto di lavoro in quanto l’assicurazione non può essere proseguita volontariamente da coloro che svolgono rapporti lavoro dipendente, parasubordinato o autonomo anche come libero professionista. Allo stesso modo la prosecuzione volontaria non è riconosciuta ai titolari di una pensione diretta.

Nel caso in cui la domanda di prosecuzione volontaria venga presentata in costanza di indennità di disoccupazione o mobilità deve essere accolta.

Si chiarisce che in questo caso la decorrenza dell’autorizzazione può collocarsi in un periodo coperto da contribuzione figurativa per disoccupazione/mobilità, a differenza della decorrenza dei pagamenti che deve necessariamente corrispondere ad un periodo di assenza di contribuzione.

Importo

A partire dal 12 luglio 1997 l’importo che deve essere versato si computa moltiplicando l’aliquota di finanziamento, relativa alla gestione obbligatoria per la quale di si chiede la prosecuzione, per la retribuzione settimanale imponibile che viene recepita nel corso dell’anno di contribuzione precedente la data della domanda di autorizzazione. Questo significa che l’importo che deve essere versato non è costante, ma cambia a seconda della retribuzione percepita nell’anno antecedente sia in base alla gestione previdenziale in cui si è iscritti.

Nel caso di lavoratori dipendenti, l’aliquota di finanziamento per il 2022 è il 33% tale per cui per computare l’importo da versare settimanalmente all’Inps bisogna individuare la retribuzione settimanale dell’ultimo anno di lavoro e moltiplicarla per 33%.

Si evidenzia che esiste il minimale ovvero un importo minimo di retribuzione settimanale sul quale sono commisurati i versamenti volontari. Ad esempio, per i lavoratori dipendenti, nel 2022 il minimo è di 210,15 euro.

Ogni anno è necessario rivalutare, sulla base dell’andamento del tasso di inflazione, la retribuzione in base alla quale viene effettuato il contributo volontario.

Per quanto riguarda lavoratori autonomi iscritti alla gestione speciale dei commercianti e degli artigiani, l’individuazione del reddito di riferimento per il calcolo della contribuzione volontaria è strutturato per classi di riferimento alle quali viene fatto corrispondere un reddito medio sulla base del quale si definiscono gli importi dovuti. La norma [legge 233/1990] prevede che per la definizione del reddito su cui calcolare la contribuzione volontaria bisogna determinare il reddito medio tra quelli percepiti dal lavoratore negli ultimi tre anni di lavoro.

Invece, in merito ai lavoratori agricoli autonomi, l’importo del contributo è settimanale e viene calcolato in base alla media dei redditi degli ultimi tre anni di lavoro, che corrispondono a una delle quattro classi di reddito stabilite dalla legge 233/1990.

In relazione agli iscritti alla gestione separata emerge che le aliquote di versamento sono pari al 25% del compenso medio percepito nell’anno di contribuzione precedente alla data di domanda (33% per i collaboratori) da applicare comunque sul minimale della gestione pari nel 2022 al valore di 16.243 euro.

La domanda

La domanda deve essere presentata all’ente previdenziale e può essere inoltrata solo per via telematica per mezzo di una delle seguenti modalità:

  • via web [sito INPS] attraverso i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN
  • via telefono – chiamando il contact center integrato;
  • per mezzo dei patronati e tutti gli intermediari dell’istituto.

L’autorizzazione ha inizio a partire dal primo sabato successivo alla data di presentazione della domanda.

Una volta che è stata data l’autorizzazione da parte dell’ente previdenziale, il versamento dei contributi può essere eseguito:

  • utilizzando il bollettino MAV (Pagamento mediante avviso), che può essere pagato in una qualsiasi banca senza commissioni aggiuntive.
  • online sul sito Internet INPS, utilizzando la carta di credito:
  • telefonando al numero 803164 gratuito da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico, utilizzando la carta di credito;

Si ricorda che l’ammontare del contributo volontario è calcolato in modo differente a seconda della categoria di appartenenza del lavoratore interessato

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