Pensione di reversibilità e assegno sociale

Pensione di reversibilità e assegno sociale si connotano come due prestazioni a supporto del reddito.
Nel momento in cui viene a mancare il coniuge titolare della pensione ci si chiede che cosa accada qualora il coniuge superstite sia titolare.
La domanda che tendenzialmente si pone è se il titolare di assegno sociale abbia il diritto di avere la pensione di reversibilità oppure si trovi nella situazione in cui deve rinunciarvi in quanto pensione di reversibilità e assegno sociale sono due misure tra loro incompatibili.
All’interno di questo articolo andremo ad approfondire:
- Che cos’è la pensione di reversibilità
- Che cos’è l’assegno sociale
- Come funziona la compatibilità tra pensione di reversibilità e assegno sociale
Che cos’è la pensione di reversibilità
La pensione ai superstiti si connota come un trattamento di tipo pensionistico che viene riconosciuto nel caso in cui avvenga il decesso:
- del pensionato (pensione di reversibilità) oppure
- dell’assicurato (pensione indiretta).
Nello specifico la pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa. Hanno diritto alla pensione di reversibilità in quanto superstiti del pensionato deceduto:
- il coniuge o l’unito civilmente;
- il coniuge separato;
- il coniuge divorziato nel caso in cui non sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Se il dante causa si è risposato dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.
Possono essere soggetti beneficiari della pensione di reversibilità in assenza di coniuge:
- I figli minorenni alla data del decesso del pensionato deceduto;
- I figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
- I figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
- I figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.
Il superstite è riconosciuto come a carico del pensionato deceduto al sussistere delle condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale tale per cui i figli studenti che hanno diritto alla pensione ai superstiti anche se svolgono una attività lavorativa dalla quale deriva un piccolo reddito sono beneficiari della pensione di reversibilità.
Che cos’è l’assegno sociale
Erogato dall’INPS su domanda, l’Assegno sociale si pone come una prestazione economica di natura assistenziale che decorre dal primo giorno del mese successivo a quello della richiesta. L’Assegno sociale è a favore di soggetti che si trovano in condizioni economiche disagiate al raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica.
Per il 2022 l’assegno sociale è di 468,28 euro per 13 mensilità (nella sua misura piena) ed è a favore di cittadini italiani residenti in Italia e ai cittadini comunitari o extra comunitari in possesso della carta di soggiorno, purché residenti in Italia, che abbiano compiuto almeno 67 anni di età.
Si chiarisce che coloro che non sono titolari di nessun reddito ricevono l’intero assegno sociale, pari a 468,28 euro per 13 mensilità, mentre se fossero in possesso di un reddito sarebbero definite due soglie:
- per una persona sola 6.085,43€,
- per una persona coniugata 12.170,86€.
L’assegno sociale è erogato come la differenza tra l’importo intero annuale dell’assegno e l’ammontare del reddito annuale percepito.
Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno concorrono tutti i redditi al netto dell’imposizione fiscale.
Pensione di reversibilità e Assegno Sociale
Nel momento in cui viene meno il coniuge che percepisce la pensione, il coniuge superstite ha sempre diritto alla pensione di reversibilità, in qualsiasi caso, quindi sia se coniugato in regime di comunione dei beni. Dati questi presupposti il coniuge superstite inizierà sicuramente a percepire la pensione di reversibilità.
Una questione si pone sulla compatibilità tra pensione di reversibilità e assegno sociale nel caso in cui il coniuge superstite sia titolare di assegno sociale. In tal caso il coniuge superstite inizierà a percepire la pensione di reversibilità, ma l’assegno sociale potrebbe venire meno se il reddito derivante dalla pensione di reversibilità supera i 5.818,93 euro annui (447,61 euro al mese). In tal caso l’assegno sociale verrà sospeso in quanto 5.818,93 euro è il limite reddituale massimo per avere diritto all’assegno sociale. Questo significa che se il coniuge superstite con la reversibilità ha ottenuto un reddito superiore a questo limite, non avrà più diritto all’assegno sociale.
Nel caso in cui, invece, il coniuge superstite ottiene una pensione di reversibilità inferiore a 5.818,93 euro annui, continuerà a percepire l’assegno sociale, ma non in misura intera in quanto questo sarà ridotto a una cifra pari alla differenza tra l’importo intero annuale dell’assegno sociale di quell’anno e l’ammontare del reddito annuale.
Dati questi presupposti è chiaro che assegno sociale e pensione di reversibilità sono due misure perfettamente compatibili tra loro. Questo significa che l’una non esclude l’altra anche se l’assegno sociale viene commisurato ai redditi posseduti dal beneficiario tale per cui se la pensione di reversibilità pagata dall’INPS è superiore a determinate soglie, l’assegno sociale può essere perso dal beneficiario.

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