Skip to content

Pensione quota 41 precoci

15 Settembre 2022
Condividi su
Tempo di lettura 3 minuti

Come ben sappiamo l’importo pensionistico è personale, non è un valore fisso, ma varia in quanto è strettamente connesso all’ammontare dei contributi versati ed al coefficiente di trasformazione.

I lavoratori precoci sono quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei diciannove anni di età e hanno la possibilità di andare in pensione con la quota 41.

All’interno di questo articolo andremo a comprendere:

  • Chi sono i lavoratori precoci
  • Requisiti per accedere alla pensione con quota 41
  • Come funziona la pensione per i lavoratori precoci

I lavoratori precoci

Si definiscono lavoratori precoci quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei diciannove anni di età.

Si specifica che prima dell’entrata in vigore della Riforma Fornero del 2012, questi lavoratori avrebbero maturato l’età per la pensione con 40 anni di contributi, quindi prima del compimento dei 60 anni di età.

Dopo la Riforma Fornero del 2012 è stato previsto che questi lavoratori avrebbero maturato l’età per la pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi nel caso siano uomini, 41 anni e 10 mesi nel caso siano donne.

I requisiti

I lavoratori precoci per usufruire della quota 41 devono:

  • essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle forme sostitutive o esclusive della medesima,
  • essere in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19° anno di età

Si rende noto che la quota 41 per andare in pensione può essere raggiunta anche con cumulo

Il requisito della Quota 41 anni può essere raggiunto con il cumulo dei contributi (legge 24 dicembre 2012, n. 228), secondo le seguenti modalità:

  • i lavoratori che ottengono i requisiti dal 1° gennaio hanno il diritto alla decorrenza della pensione decorsi tre mesi dalla maturazione;

i lavoratori che raggiungono i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, acquistano il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra

Soggetti Beneficiari

Sono beneficiari della possibilità di andare in pensione con la Quota 41 (indipendentemente dall’età) i lavoratori precoci che afferiscono a una delle suddette categorie:

  • dipendenti disoccupati per un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;
  • caregiver o dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 194;
  • lavoratori dipendenti e autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • addetti a mansioni usuranti o gravose.

Pensione quota precoci

Una domanda che spesso ci si pone, in merito all’assegno pensionistico, è rappresentata da quanto si perde sull’assegno pensionistico rispetto alla pensione anticipata nel caso in cui ci si avvalga della quota 41 precoci.

Nello specifico, la quota 41 precoci non prevede una penalizzazione sull’assegno pensionistico, ma, ovviamente, andando in pensione con 2 anni di anticipo, il contribuente si trova in una condizione in cui il calcolo dell’ammontare dell’assegno viene effettuato su 41 anni di contributi al posto che su 42 anni e 10 mesi (o 43 anni e 3 mesi aggiungendo l’aumento previsto al 1° gennaio 2019).

Ad oggi uomini hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, ma andando ad attendere anche i 3 mesi di finestra, se continuano a lavorare, i contributi diventano 43 anni e 1 mese.

Questo significa che la pensione anticipata fa accedere con oltre 43 anni di contributi. 

È possibile, quindi, affermate che andare in pensione con 43 anni di contributi indipendentemente dall’età è sempre risulta essere meno conveniente rispetto all’attendere i 67 anni in quanto in questo caso l’ammontare di contributi versato è più alto e perché il coefficiente di trasformazione che si applica per la trasformazione del montante contributivo cresce al crescere dell’età. Maggiore è l’età del lavoratore, più elevati risulteranno anche i coefficienti di trasformazione (che riguardano solo le pensioni o le quote di pensione determinate con il sistema contributivo).

Lo stesso discorso vale anche per la Quota 41 per lavoratori precoci, la quale richiede 41 anni di contributi e nessun limite di età. Anche tal caso non ci sono penalizzazioni e, così che il calcolo dell’assegno è senza decurtazioni.

La variazione economica dell’assegno pensionistico dipende dai contributi versati sinora e quelli che verrebbero versati dal quarantunesimo anno di contribuzione fino all’accesso alla pensione anticipata. È ovvio che ci sia una differenza in quanto bisogna considerare anche che non si verserebbero i contributi per i 2 anni di differenza (sui quali verrebbe effettuato il calcolo della pensione anticipata).

Ricerca

INAIL