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Manager giovani e crescita aziendale

21 Maggio 2024
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Tempo di lettura 4 minuti

La gestione delle figure manageriali rappresenta un tema di estrema complessità per tutte le aziende.

Se andiamo a guardare la situazione Italia emerge che ne nostro paese abbiamo pochi manager in assoluto e pochi manager giovani rispetto ai principali paesi avanzati e nostri competitor.

In particolare, in Italia l’età media degli amministratori delegati dei gruppi quotati si attesta a 60 anni (e sta ulteriormente invecchiando), ben oltre la media europea dei 55-58 anni.

Chi sono i manager aziendali

Il manager è una figura chiave all’interno di un’azienda e ha il compito di coordinare le attività di tutti gli altri dipendenti, integrando il lavoro di tutti per creare una sinergia.

Nello specifico, il manager ha il compito di gestire personale, risorse, budget e attività del settore o dell’area aziendale in cui lavora. Tra le attività principali rientrano anche la gestione dei processi produttivi, la relazione con i clienti, il controllo della qualità e la gestione del rischio aziendale.

Le sue mansioni principali sono:

  • Pianificazione degli obiettivi aziendali: il profilo di manager ha la responsabilità di individuare gli obiettivi aziendali a breve e lungo termine, definirli assieme al proprio team e stabilire il piano da seguire per realizzarli nei tempi prefissati.
  • Gestione e organizzazione del lavoro: una volta stabilita la pianificazione, il manager deve organizzare il lavoro per le diverse figure coinvolte, definendo tempistiche e risorse da impiegare, in modo da ottimizzare le attività e migliorare le prestazioni del team.
  • Monitoraggio degli obiettivi: per accertarsi che gli obiettivi siano raggiunti nei tempi stabiliti e che non ci siano problemi, il manager è responsabile del monitoraggio e del controllo periodico delle attività, ed è anche la persona di riferimento a cui il personale può rivolgersi per segnalare qualsiasi rallentamento o difficoltà.
  • Gestione del budget: al manager spetta il compito di gestire le risorse finanziarie pianificando la distribuzione del budget per i diversi progetti.
  • Gestione del personale: la figura del manager è responsabile anche delle risorse umane del proprio settore o reparto, pertanto deve organizzare gli orari, i turni, le mansioni e le responsabilità di ciascuno, oltre che gestire eventuali conflitti o problemi e valutare l’attribuzione di premi o promozioni.
  • Gestione di clienti e fornitori: la gestione dei rapporti con i clienti e con eventuali fornitori, la risoluzione dei problemi e il controllo del rispetto degli accordi presi sono altri aspetti di cui si occupa chi ricopre questo ruolo.
  • Verifica dei risultati: il manager deve controllare il raggiungimento degli obiettivi e i risultati ottenuti con la strategia messa in atto, in modo da apportare eventuali modifiche e tenere monitorate tutte le fasi del processo.

I manager in Italia

Andando a guardare la situazione italiana si rileva che in Italia ci sono ancora pochi manager in assoluto e soprattutto ci sono pochi manager giovani rispetto ai principali paesi avanzati e nostri competitor. 

Dal punto di vista pratico il nostro Paese ha tra i 2 e i 5 anni di “maggiore età” rispetto alla media europea.

Andando a guardare i diversi settori si rileva che i manager pubblici e privati sono in Italia l’1,3% dei lavoratori dipendenti, contro una presenza media europea (UE 28) del 4,9% e del 2,5% in Spagna, del 3,7% in Germania, del 6,7% in Francia e del 10,3% in UK.

Per quanto concerne, invece, l’età media dei manager si nota che ci sono pochi manager giovani. 

Nello specifico emerge che l’età media dei manager europei è di 45,2 anni, quella italiana è di 50,2. 

Inoltre, si nota che i confronti basati su dati Eurostat tengono conto delle differenti classificazioni, considerando solo quei manager che hanno livelli dirigenziali e sono in posizioni di executive o di c-level.

Dal punto di vista pratico questo significa che in Italian abbiamo sostanzialmente meno dirigenti in assoluto perché le aziende familiari che in Europa hanno più o meno lo stesso peso (80% delle aziende) da noi hanno manager esterni alla famiglia dell’imprenditore solo nel 33% dei casi, mentre li hanno nell’80% dei casi circa in Europa: 64% Spagna, 72% Germania, 74,2% Francia e 89,6% UK. 

Questo significa che ci sono, oltretutto, pochi dirigenti giovani e meno dei competitor per un’economia ancora troppo fondata su aziende a gestione familiare. Tale dinamica risulta essere strettamente connessa al fatto che in Italia ci sono meno aziende innovative e nei settori a elevata tecnologia, quelli dove far entrare e mettere in posizioni di comando manager giovani è un must per stare sul mercato e competere. L’insieme di questi elementi determina una condizione in cui vige la concreta necessità di manager bravi che vengono posti in posizioni dirigenziali.

Inoltre, dal punto di vista economico, si rileva che la situazione ha un costo per il Sistema Paese: il maggior contributo legato a una leadership più giovane – quindi più incline all’innovazione, internazionalizzazione e ai nuovi trend, potrebbe tradursi in un valore compreso tra i 20 e i 40 miliardi di euro (1-2% del Pil italiano).

Manager giovani e risultati aziendali

Un tema di particolare rilievo riguarda la relazione tra risultati aziendali e manager giovani.

Secondo la ricerca «Next Generation Leadership», realizzata da Bain & Company Italia e Key2people, società di consulenza e formazione imprenditoriale, la leadership aziendale più giovane farebbe crescere l’economia italiana tra l’1% e il 2% in termini di Pil: circa 30-40 miliardi di euro.

Questo, in linea generale, deriva dal fatto che una leadership giovane favorisce una maggiore creatività, flessibilità, attenzione al cliente e ambizione a orientare l’attività verso mercati internazionali.

Inoltre, si rileva che un alto mix generazionale nelle posizioni apicali corrisponde, a sua volta, ad una maggior capacità di creazione di valore e crescita: ciò dimostra che la chiave per la gestione del futuro è una combinazione tra esperienza, innovazione e discontinuità, eppure solo il 53% delle aziende adotta policy a favore di una leadership giovane.

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