Come migliorare la classe energetica della casa
Il risparmio energetico rappresenta un tema sempre più rilevante al punto che spesso si parla dell’importanza di operare per sostenere una concreta riqualificazione dal punto di vista energetico degli edifici.
Questa azione appare sempre più necessaria al punto che è crescente l’attenzione e la pressione verso tutti i possessori di casa ad operare, nei prossimi anni, per riuscire a migliorare la classe energetica della propria casa sfruttando anche i bonus a disposizione.
A delineare questa linea europea è l’Unione Europea che punta concretamente a incentivare e a favorire l’implementazione di una serie di misure atte a riqualificare il patrimonio immobiliare per combattere il cambiamento climatico.
La direttiva Ue e la situazione italiana
Tra gli obiettivi dell’Unione Europea emerge chiaramente l’approvazione, entro 6 mesi, della cosiddetta “Direttiva green” sulle abitazioni. Nello specifico, questo documento dovrebbe essere approvato dal Parlamento Europeo, per poi essere recepito nell’ordinamento italiano, riguarda gli edifici residenziali e le unità immobiliari che si dovranno impegnate a:
- ottenere in un periodo compreso entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E
- ottenere entro il 1° gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D.
Dal punto di vista pratico il raggiungimento di questi obiettivi sottende la necessità di operare ai fini di andare a rivedere completamente, in un periodo di un decennio, il generale panorama residenziale italiano. Questo, di fatto, per la maggior parte è il risultato del boom edilizio degli anni Sessanta e Settanta, quando ancora non esistevano norme sul risparmio energetico. Stando ai primi calcoli dell’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori, emerge che su un totale di 12,1 milioni di edifici residenziali, circa 9 milioni (in pratica 3 su 4) non risulterebbero, attualmente, in una condizione di regolarità rispetto alle classi energetiche previste dalla normativa, tale per cui hanno concretamente bisogno di un processo di riqualificazione. Guardando la situazione nel dettaglio, si nota anche che secondo di dati Istat Enea Agenzia delle Entrate, ripresi dal Corriere della Sera, il 35,7% degli edifici residenziali presenti in Italia (pari a oltre 12 milioni di alloggi) sono attualmente in classe G e il 25, 3% (pari a circa 9milioni di alloggi) in classe F. Questo significa che, in questi casi, l’attuazione del salto di classe andrebbe a determinare la necessità di attuate interventi impattanti e onerosi.
A tal fine si evidenzia che, secondo le normative, il processo di miglioramento dell’efficienza energetica della propria abitazione non rappresenta solo un obbligo ma può anche essere identificato come un investimento di tipo proficuo, grazie a un combinato di bonus, risparmio nei costi di gestione dell’immobile e aumento di valore dell’abitazione.
Classi energetiche immobili: quali sono
Il livello di efficienza energetica di un immobile è definito dall’attestato di prestazione energetica (APE) dell’immobile in questione. Tale documento, a partire dal 2005, è diventato obbligatorio per coloro che hanno acquistato o venduto casa dal 2005 in poi.
L’attestato di prestazione energetica (APE) dell’immobile in questione rappresenta un documento che ha come obiettivo quello di certificare quale sia il grado di efficienza energetica dell’immobile. Questo dato indica quanto consuma quell’edificio utilizzando come parametro le classi energetiche. Ad oggi esistono 10 classi energetiche e sono indicate con una lettera.
Considerando la classificazione si rileva, alla base della piramide, la classe energetica G che indica la classe energetica meno efficiente. Questa classe si riferisce ai vecchi immobili che sono privi di qualsiasi intervento strutturale atto a garantire il mantenimento del calore al loro interno.
Man mano che ci si avvicina alla classe energetica A è possibile affermare che il rendimento energetico migliora.
Ad esempio, la classe E, che costituisce la classe che attualmente riguarda il 16,9% delle abitazioni in Italia, risulta essere caratterizzata da un consumo compreso tra 91 e 120 kWh/mq all’anno. Tali consumi, a loro volta, si riducono del 25% passando dalla classe superiore (classe D), a 71 e 90 kWh/mq all’anno.
Per quanto riguarda la classe C si rileva che questa prevede l’implementazione di una serie di interventi finalizzati all’efficientamento energetico, come ad esempio l’installazione di caldaie a condensazione, di valvole termostatiche sui termosifoni e alla presenza di un buon cappotto termico.
Migliore efficienza è imputabile alla classe B, che prevede un consumo medio compreso tra 31 e 50 kWh/mq all’anno.
In cima si pone la classe A – che a sua volta viene suddivisa in 4 sottoclassi (A4, A3, A2, A1) che, a loro volta, chiariscono il livello di efficienza energetica.
Si evidenzia che qualsiasi tipo di accorgimento energetico deve essere preso in considerazione (un impianto di riscaldamento ad alta efficienza, meglio se abbinato ad un impianto fotovoltaico, un cappotto termico all’avanguardia spesso almeno 10 centimetri, impiantistica di alto livello).
Come migliorare la classe energetica di una casa
Migliorare la classe energetica di un immobile è possibile. A tal fine è necessario implementare dei lavori di riqualificazione dell’immobile.
Questi sono spesso radicali e interessano diversi aspetti come, ad esempio, l’installazione di un impianto fotovoltaico, l’intervento sul cappotto termico, ma anche su infissi e riscaldamento domestico tramite l’impiego di pompe di calore. Questo significa che tutti i lavori che possono rivoluzionare la casa, sia nell’estetica sia dal punto di vista energetico, risultano essere concretamente incentivabili, in parte con il bonus ristrutturazioni (ad esempio rientra in questa casistica l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulatore) e/o in parte con il bonus energetico o ecobonus (ad esempio l’installazione di una pompa di calore).
In merito al bonus specificatamente dedicato al risparmio energetico (il cosiddetto ecobonus), si rileva che l’importo che deve essere portato in detrazione dalle imposte può variare dal 50% al 85% della spesa in relazione alle caratteristiche dell’intervento. Per quanto riguarda le spese che sono effettivamente ammesse alla detrazione si nota che queste comprendono sia i costi per i lavori relativi all’intervento di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni professionali necessarie per realizzare l’intervento stesso e acquisire la certificazione energetica richiesta
Riqualificazione energetica: un triplo vantaggio
I vantaggi imputabili all’implementazione di azioni atte a migliorare la classe energetica della propria casa non sottende solo la possibilità di poter sfruttare tutti gli incentivi in atto, ma comporta anche un risparmio in bolletta immediato.
A questi due vantaggi si aggiunge anche una concreta rivalutazione dell’immobile.
Sulla base di una recente indagine commissionata direttamente da Confindustria Assoimmobiliare a Swg, emerge che il 56% di coloro che hanno intenzione di acquistare una casa dichiara di volere abitazioni di classe A. Inoltre, emerge che la maggioranza (55%) delle persone sono portate ad escludere di acquistare le case con i valori energetici più bassi – quelli da E a G – nonostante ci sia un importante risparmio sul prezzo di acquisto.
Dati questi presupposti è possibile desumere che, come conseguenza, si ha un sensibile incremento del valore per tutti gli immobili che, invece, si trovano ad essere nella classe energetica più elevata.
Anche per quanto riguarda l’analisi condotta da Immobiliare.it si rileva che le case con scarsa efficienza energetica hanno perso mediamente l’8% del valore negli ultimi anni, mentre quelle che si trovano in classe media (da B a D) hanno riportato un aumento di valore del 5%.
Si presume che questi valori saranno naturalmente portati a salire una volta definita la Direttiva Europea. Infatti, ulteriormente all’eventuale variazione del valore dell’immobile, scegliere un’abitazione in classe energetica più elevata è anche sinonimo di ottenere un immediato risparmio sulle bollette.
Passare da una casa in classe energetica G (la meno efficiente) a una in classe energetica A (la più efficiente) permette, di fatto, di ridurre, in media, il costo del riscaldamento di due terzi.
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