Skip to content

Ricorso indennità accompagnamento

ricorso invalidità civile
17 Novembre 2019
Condividi su
Tempo di lettura 4 minuti

La legge italiana, con l’obiettivo di tutelare quelle fasce deboli della popolazione affette da patologie invalidanti, ha previsto all’interno del suo ordinamento una serie di agevolazioni e prestazioni economiche riconosciute su domanda dell’interessato. Queste misure di sostegno fanno parte del comparto dell’invalidità civile e sono sono suddivise in:

  • agevolazioni fiscali 
  • prestazioni economiche

Con l’invalidità civile, lo Stato italiano, rafforza il principio di uguaglianza sostanziale previsto dall’art. 3 della nostra costituzione offrendo supporto a quelle categorie di cittadini che si trovano in condizioni di disagio psico-fisico ed economico. Per ottenere il riconoscimento dello status di invalido civile, il cittadino, sarà chiamato ad effettuare una serie di azioni che guidano all’ottenimento, o meno, delle prestazioni previste dall’ordinamento. Tale processo consta di: 

  • Certificato medico: redazione del certificato medico per riconoscimento dell’invalidità civile. Questo certificato deve essere redatto da medico curante o, in alternativa, da un medico certificatore (il medico certificatore non è nient’altro che un medico di base che possiede gli accessi alla piattaforma INPS)
  • Inoltro domanda: presso un patronato, autonomamente all’interno del sito INPS (sei in possesso di spid) o mediante un servizio di intermediazione come Wewelfare
  • Visita: previo convocazione, il cittadino, dovrà effettuare una visita medica presso una commissione ASL
  • Ricezione verbale: il verbale arriverà per mezzo raccomandata all’indirizzo indicato in sede di domanda
  • Ap70/Ricorso mediante ATP: nel caso in cui la commissione ritiene il cittadino meritevole di tutela, riconoscendo una percentuale di invalidità che consente l’erogazione di un beneficio economico, il cittadino potrà terminare la procedura amministrativa mediante l’inoltro dell’AP70. Nel caso contrario, qualora il cittadino ritenga ingiusta la decisione della commissione, potrà procedere con la procedura giuridica nei confronti dell’INPS mediante ATP

Ricorso indennità di accompagnamento

Il processo summenzionato è identico per l’indennità di accompagnamento, nel caso in cui il cittadino non si veda riconosciuto tale diritto, potrà procedere mediante l’ATP affidandosi ad un legale. 

Ma andiamo a vedere quali sono le condizioni che rendono necessario il ricorso per indennità di accompagnamento

Il ricorso indennità di accompagnamento è un’azione che viene svolta nei confronti dell’INPS nel momento stesso in cui, l’istituto, non riconosca al cittadino – affetto da un grave handicap (fisico o psichico) – un invalidità pari al 100% accompagnata dalle diciture “invalido con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita” o “invalido con necessità di assistenza continua non essendo permanentemente in grado di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore”.

Indennità di accompagnamento negata cosa fare

Può accadere che, nonostante il richiedente sia affetto da gravi patologie che ne compromettono negativamente la vita quotidiana, la commissione medica esprima un giudizio negativo rispetto al riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. In questo caso, il cittadino, ha diritto ad effettuare ricorso avverso il parere negativo della commissione medica, ovvero il ricorso per indennità di accompagnamento, con l’obiettivo di fare esprimere un Giudice competente, non soltanto per il riconoscimento della prestazione, ma anche per vedersi riconosciuti i ratei maturati fino al momento di conclusione dell’iter giudiziario. 

A questo punto il richiedente dovrà recarsi presso un avvocato di fiducia per ricevere assistenza e vedersi riconosciuto il diritto. 

Nel caso di ricorso indennità di accompagnamento, e comunque per tutte le prestazioni di invalidità civile, il processo giuridico preliminare è denominato accertamento tecnico preventivo, e si svolge nel seguente modo:

  • l’avvocato deposita il ricorso presso il tribunale di competenza territoriale del richiedente
  • a seguito della presentazione del ricorso l’INPS si costituisce in giudizio con il deposito di una memoria difensiva
  • all’udienza di comparizione, il Giudice, nomina un consulente tecnico d’ufficio (CTU) conferendogli l’incarico di effettuar ela visita medica del ricorrente
  • una volta effettuata la visita, il CTU rilascerà la relazione che stabilirà il diritto, o meno, del richiedente ad ottenere l’indennità di accompagnamento

Successivamente al parere del consulente tencico d’ufficio il Giudice procederà a: 

a) qualora non vi siano contestazioni in merito alla perizia medica effettuata dal CTU, il Giudice, con decreto, omologa l’accertamento sanitario e provvedere sulle spese. Il decreto è inoppugnabile e non modificabile e, in caso di accertamento della sussistenza dei requisiti ex L. n. 18/1980, condanna l’INSPS al pagamento dell’indennità di accompagnamento;

b) nel caso di contestazione delle valutazioni espresse dal CTU la parte interessata deve depositare il ricorso introduttivo del giudizio di merito e, in tal caso, inizia una causa vera e propria che si conclude con sentenza inappellabile 

Ma quali sono i documenti da allegare per il ricorso indennità di accompagnamento e a quanto ammontano le spese legali?

Ricorso Indennità di accompagnamento: I documenti necessari

Per avanzare ricorso di indennità di accompagnamento, occorrerà essere in possesso di alcuni documenti da consegnare all’avvocato incaricato, e questi sono:

  • Copia della domanda di indennità di accompagnamento;
  • Copia del certificato medico rilasciato dal medico curante necessario per l’invio della domanda;
  • Copia di tutte le cartelle cliniche e certificati medici che attestano le patologie delle quali è affetto il soggetto richiedente;
  • Copia dei documenti di riconoscimento;
  • Copia del verbale attestante la percentuale di invalidità;

Entro quanto può essere fatto il ricorso indennità di accompagnamento

Per avanzare ricorso di indennità di accompagnamento vi sono dei termini stabiliti dalla legge, decorsi i quali occorrerà effettuare nuova domanda.

Il periodo temporale entro il quale può essere effettuato il ricorso per l’indennità di accompagnamento è di 6 mesi.

Questo periodo temporale deve essere calcolato prendendo in considerazione la data in cui è pervenuto al soggetto richiedente, attraverso posta un ente di patronato, il verbale attestante la percentuale di invalidità.

Per rendere più chiaro l’argomento: Se il verbale di reiezione viene consegnato attraverso mezzo postale il 20/06/2022 si potrà depositare ricorso per indennità di accompagnamento entro il 19/12/2022.

Ricorso accompagnamento i costi

I costi per il ricorso indennità di accompagnamento sono composti da una quota fissa ed una variabile. 

È opportuno specificare che, il richiedente, rientrante nel gratuito patrocinio non dovrà sostenere alcuna spesa, ovvero:

  • se il ricorrente possiede un reddito inferiore a 31.884,48 euro non dovrà pagare il contributo unificato
  • se il reddito familiare è inferiore ai limiti di legge, in caso di soccombenza, ha diritto all’esenzione del pagamento delle spese, competenze e onorari

Nel caso in cui, il ricorrente, non rientrasse in nessuna delle ipotesi summenzionate, i costi da sostenere per il ricorso indennità di accompagnamento saranno i seguenti:

  • marca da bollo da euro 27,00;
  • contributo unificato di euro 43,00.
  • onorario dell’avvocato che variabile dai 2.000 ai 6.000 euro
Ricorso indennità di accompagnamento

Ricerca

INAIL