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Congedo parentale 2024

23 Novembre 2023
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Tempo di lettura 4 minuti

Numerose sono le manovre che l’attuale Governo sta attuando in ambito familiare. Nello specifico la bozza della nuova legge di Bilancio si caratterizza per diverse misure rivolte che hanno l’obiettivo di incentivare la natalità. Tra queste, si evidenzia che una delle novità più importanti è rappresentata dal congedo parentale.

Il congedo parentale aiuta i genitori a conciliare le esigenze della vita familiare con quelle lavorative, permettendo loro di prendersi cura dei propri figli senza rinunciare alla carriera professionale.

Inoltre il congedo parentale ha un effetto diretto e indiretto sul benessere del bambino: la salute delle madri e dei bambini nel primo anno di vita è migliore, il legame tra genitori e figlio/a è più forte e il rischio di stress psicologico e depressione delle madri è notevolmente ridotto.

All’interno di questo articolo andremo a comprendere come funziona il congedo parentale e quali sono le modifiche allo studio del governo Meloni secondo le ultime notizie. 

Congedo parentale, di cosa si tratta

Il congedo parentale si definisce come un periodo di astensione facoltativa dal lavoro, per entrambi i genitori, che viene direttamente concesso ai genitori con l’obiettivo di prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i suoi bisogni affettivi e relazionali.  Questo periodo viene concesso nei primi anni di vita del bambino. 

Il congedo parentale è rivolto a lavoratrici e lavoratori dipendenti (inclusi i lavoratori naviganti, marittimi e dell’aviazione civile, ex IPSEMA).

L’indennità di congedo non spetta a:

  • genitori con rapporto di lavoro cessato o sospeso;
  • genitori lavoratori domestici;
  • genitori lavoratori a domicilio.

Nel corso di questo periodo, i dipendenti percepiscono un’indennità economica sostitutiva del reddito da lavoro.

Si evidenzia che i dipendenti con figli possono utilizzare il congedo nei primi 12 mesi di vita del bambino per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a 10 mesi. I periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente. Nel caso in cui il rapporto di lavoro cessa all’inizio o durante il periodo di congedo, si interrompe anche il diritto al congedo parentale.

Si evidenzia che il congedo parentale non ha un’influenza positiva solo a livello individuale, cioè per le singole famiglie. Ha anche un impatto positivo sulla produttività del mercato del lavoro nazionale, in quanto contribuisce in modo significativo a un tasso di occupazione materna più elevato. Anche un aumento minimo della partecipazione delle donne al mercato del lavoro compensa la spesa statale supplementare per il congedo parentale.

Modalità di funzionamento del congedo parentale 

Per quanto riguarda il funzionamento del congedo parentale, si ravvisa che come piega anche l’Inps sul proprio sito, il congedo parentale spetta a entrambi i genitori che sono titolari di un contratto di lavoro. Questi ne possono usufruirne entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a 10 mesi, che sono elevabili a 11 nel caso in cui il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno 3 mesi. Nello specifico, si evidenzia, che i periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente.

Nel dettaglio, il congedo parentale spetta:

  • alla madre lavoratrice dipendente per un periodo – continuativo o frazionato – di massimo 6 mesi;
  • al padre lavoratore dipendente per un periodo – continuativo o frazionato – di massimo 6 mesi, che possono diventare 7 in caso di astensione dal lavoro per un periodo di almeno 3 mesi;
  • al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora;
  • al genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo 11 mesi. L’articolo 32, comma 1, lettera c), del d.lgs. 151/2001 precisa che per genitore solo deve intendersi anche il genitore nei confronti del quale sia stato disposto, ai sensi dell’articolo 337-quater del Codice civile, l’affidamento esclusivo del figlio (circolare INPS 27 ottobre 2022, n. 122).       

Nel caso in cui il rapporto di lavoro sia oggetto di cessazione all’inizio o nel corso del periodo di congedo, si rileva che il diritto al congedo parentale viene meno a partire dalla data di interruzione del lavoro.

In tale evenienza si sottolinea che ai lavoratori dipendenti che sono dei genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale spetta con le medesime modalità descritte sopra, entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore nella famiglia, indipendentemente dall’età del bambino all’atto dell’adozione o affidamento, e non oltre il compimento della sua maggiore età.

In caso di parto, adozione o affidamento plurimi, il diritto al congedo parentale spetta alle stesse condizioni per ogni bambino. Ad oggi, la formula del congedo parentale prevede:

L’attuale struttura del congedo parentale prevede:

  • 9 mesi retribuiti al 30%, da poter utilizzare fino a 12 anni del figlio;
  • 1 mese retribuito all’80% da poter utilizzare fino ai 6 anni del figlio.

Le novità previste dalla manovra 2024

Secondo quanto è stato chiarito dal testo della bozza di Manovra 2024 si prevede che venga innalzata all’80% la retribuzione di uno dei 9 mesi al 30%. 

Questo significa che il congedo parentale per il 2024 potrebbe essere caratterizzato dai seguenti cambiamenti:

  • 8 mesi retribuiti al 30%, da poter utilizzare fino a 12 anni del figlio;
  • 1 mese retribuito all’80%, da poter utilizzare fino a 12 anni del figlio;
  • 1 mese retribuito all’80% da poter utilizzare fino ai 6 anni del figlio.

Presentazione della domanda per il congedo parentale 

In merito alla presentazione della domanda per avere accesso al congedo parentale si evidenzia che la domanda deve essere inoltrata prima dell’inizio del periodo di congedo parentale richiesto. Nel caso in cui sia presentata dopo, saranno pagati solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione della domanda. Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, invece, si ravvisa che l’indennità è anticipata dal datore di lavoro.

Inoltre emerge che le lavoratrici e i lavoratori hanno l’opportunità di presentare la domanda di congedo parentale online all’Inps attraverso il servizio dedicato.

In alternativa, si può fare la domanda tramite Contact center o tramite enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

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