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Quanto aumenta lo stipendio in un anno

4 Dicembre 2023
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Tempo di lettura 3 minuti

Considerando con il costo della vita, a causa della crescente inflazione, si contraddistingue per un aumento continuo si è portati a chiedersi quale sia il concreto ed effettivo andamento degli stipendi. Una domanda che ci si pone è, di fatto, se ci sia relazione tra queste due variabili. A tal fine risulta utile procedere ad attuare un confronto tra la busta paga percepita nel 2023 e quella del 2024.

Dati questi presupposti il Governo ha previsto una serie di misure atte ad aiutare il lavoratore a guadagnare di più.

Nel 2024 si avranno, di fatto, diversi aumenti in busta paga per i lavoratori del settore privato e pubblico; per questi ultimi tali aumenti – derivanti dagli effetti fiscali dei provvedimenti in fase di ufficializzazione – si affiancheranno ai rinnovi dei CCNL, con particolare riferimento ai settori della sicurezza e della sanità.

È chiaro che quando un provvedimento produce un aumento della busta paga e del reddito netto che ciascuna lavoratrice e ciascun lavoratore riescono a conseguire il sistema ne trae beneficio nel suo complesso.

All’interno di questo articolo andremo ad analizzare gli strumenti di cui sopra.

Sgravio contributivo

Lo sgravio contributivo si pone come una delle novità più rilevanti in merito alle buste paga 2024.

Secondo quanto definito con la legge di Bilancio 2024 sono state infatti stanziate le risorse per rinnovare per tutto l’anno, con la sola eccezione della tredicesima, lo sgravio che abbatte la quota di contributi che grava sul lavoratore. Questo significa che a parità di stipendio lordo, quindi, si pagano meno di contributi rispetto a quanto solitamente dovuto, con lo stipendio netto che quindi aumenta.

Per chi recepisce uno stipendio fino a 1.923 euro nel 2023 si ha avuto uno sgravio del 3% da gennaio a giugno, del 7% da luglio a dicembre e del 3% per la tredicesima. Per il 2024 questo sarà del 7% da gennaio a dicembre sempre nessun taglio per la tredicesima.

In merito agli stipendi lordi dal 1.923 ai 2.692 euro nel 2023 si ha avuto uno sgravio del 2% da gennaio a giugno, del 6% da luglio a dicembre e del 2% per la tredicesima. Per il 2024 questo sarà del 6% da gennaio a dicembre sempre nessun taglio per la tredicesima.

Questo significa che tra la busta paga di dicembre 2023 e quella di gennaio 2024 non ci saranno conseguenze anche se nel complesso lo stipendio netto percepito il prossimo anno sarà maggiore rispetto a quello del 2023, in quanto si applica uno sgravio migliore per un periodo più lungo.

Sgravio contributivo per le mamme

Per le mamme che hanno almeno due figli, secondo la legge di bilancio 2024, ci sarà una differenza in busta paga. Di fatto la legge riconosce loro una de contribuzione totale fino a un massimo di 3.000 euro l’anno (parametrati mensilmente, pari quindi a circa 230 euro), nel caso in cui siano impiegate con contratto a tempo indeterminato.

In tal caso non ci sono limiti al reddito.

Dal punto di vista pratico si chiarisce che per coloro che guadagnano 35 mila euro l’anno, quindi entro una busta paga da 2.692 euro, il vantaggio sullo stipendio risulterà essere limitato dal fatto che su questa già si applica lo sgravio contributivo come indicato nel precedente paragrafo. Di controverso si andrà a registrare una notevole differenza tra la busta paga 2023 e quella del 2024 per quelle mamme che guadagnando di più e che si trovavano nella situazione di essere escluse dalla suddetta agevolazione, per un risparmio che può arrivare a 3.000 euro l’anno (circa 230 euro al mese).

 

Irpef

In merito all’ammontare dell’IRPEF si rileva che tra la busta paga 2023 e quella del 2024 ci sarà una differenza per quanto riguarda le imposte, dal momento che l’aliquota Irpef applicata sulla fascia di reddito compresa tra i 15.000 (1.153 euro mensili) e i 28.000 euro (2.153 euro mensili) è stata portata dal 25% al 23%, con un risparmio quindi del 2%.

Si ravvisa però che non ci saranno dei vantaggi per chi guadagna 50.000 euro o più dal momento che in questo caso l’effetto della minore Irpef dovuta viene annullato da una revisione delle detrazioni da lavoro dipendente.

Chi guadagna e quanto

Dati questi presupposti sembra che gli aumenti seguiranno tale logica:

  • fino a 15.000 euro lordi l’anno la busta paga crescerà in media di circa 60 euro al mese;
  • da 15.000 a 35.000 euro lordi l’anno la busta paga crescerà in media di circa 100 euro al mese;
  • tra 35.000 e 50.000 euro lordi l’anno la busta paga crescerà in media di 20 euro al mese;
  • sopra i 50.000 euro lordi non vi sarà nessun beneficio. Ciò in quanto il Governo ha spiegato di voler introdurre un meccanismo di compensazione per effetto del quale la riduzione del secondo scaglione IRPEF – che dal 28% passerà al 23% – sarà ridotto da un taglio dei benefici fiscali derivanti dalle detrazioni di pari importo.

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