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Settimana corta in alcune aziende

19 Dicembre 2023
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Tempo di lettura 4 minuti

Sempre di più si parla, all’interno del contesto aziendale, della cosiddetta settimana corta.

La settimana corta, detta anche settimana lavorativa di 4 giorni, è una proposta che prevede la riduzione del numero di giorni lavorativi in una settimana, mantenendo comunque la stessa quantità di ore lavorative.

Ad oggi ci troviamo in un contesto sempre più globale e dinamico oltre che in continuo cambiamento al punto che la questione della settimana lavorativa di 4 giorni sta trovando risonanza anche in Italia. Inoltre, per mezzo dell’evoluzione tecnologica (si pensi ai tanti strumenti che aumentano la produttività dei lavoratori e delle aziende rispetto al passato) e ai nuovi modelli di organizzazione del lavoro, emerge come sempre di più aziende e lavoratori stanno considerando l’ipotesi di ridurre i giorni lavorativi per garantire un equilibrio migliore tra lavoro e vita privata.

Guardando al comportamento delle aziende si ravvisa una situazione in cui il lavoro su scala ridotta stia diventando sempre più popolare. Dall’indagine condotta da Eurofound si ravvisa che ben il 27,8% delle aziende europee consente ai dipendenti di lavorare a tempo ridotto. Tale dato è molto rilevante e suggerisce che la settimana corta sta diventando una pratica più comune in Europa. C’è un crescente consenso sul fatto che una settimana lavorativa più breve potrebbe portare a molti vantaggi per i dipendenti e le aziende.

Che cos’è la settimana corta lavorativa

L’idea alla base della settimana corta è semplice ma rivoluzionaria: ridurre il numero di giorni lavorativi in una settimana, mantenendo comunque la stessa quantità di ore lavorative. Sebbene alcune aziende mantengano l’orario invariato, è comune anche una riduzione dell’orario di lavoro, pur mantenendo lo stipendio invariato o con piccole riduzioni. 

Quando si parla di settimana corta risulta possibile affermare che ci sono tre tipologie principali di settimana corta sul lavoro, ovvero:

  • 4 giorni di lavoro a settimana a parità di salario, con riduzione del monte ore totale: in questo modello, i lavoratori svolgono meno ore totali, ma ricevono lo stesso stipendio. Questo richiede una maggiore efficienza e organizzazione da parte delle aziende e dei dipendenti.
  • 4 giorni di lavoro a settimana a parità di stipendio con ridistribuzione del monte ore: in questo caso i lavoratori svolgono lo stesso numero (o quasi) di ore settimanali, ma distribuite in 4 giorni invece di 5. Ciò può comportare giornate lavorative da 9 o 10 ore.
  • 4,5 giorni di lavoro a settimana, a parità di stipendio: in questa variante, si ha una mezza giornata libera in più a settimana, mantenendo lo stesso stipendio.

Ai fini di riuscire a garantire che la settimana lavorativa corta porti reali benefici risulta necessario che questa non comporti una riduzione dello stipendio né un surplus di ore nei 4 giorni lavorativi. Di fatto l’obiettivo principale della settimana corta è quello di riuscire a migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti. Se ciò non avviene, si rischia di spostare semplicemente lo stress da 5 giorni a 4, annullando i potenziali effetti benefici.

Vantaggi della settimana corta lavorativa

Ai fini di comprendere l’efficacia della settimana corta risulta essenziale valutarne i vantaggi.

La logica alla base della definizione della settimana corta risulta essere piuttosto intuitiva in quanto la possibilità di lavorare solo quattro giorni a settimana permetterebbe di ottenere una maggiore flessibilità sul lavoro, soddisfacendo sia le esigenze dei dipendenti che quelle delle aziende. Di fatto questo nuovo modello lavorativo potrebbe andare a delineare una maggiore produttività e soddisfazione dei lavoratori, che potrebbero beneficiare di più tempo libero per dedicarsi alla famiglia, agli hobby o a una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata.

Inoltre, una settimana corta potrebbe avere anche un impatto significativo dal punto di vista della qualità della vita dei dipendenti in quanto favorirebbe la riduzione dello livello di stress oltre che la condizione di burnout legata a orari di lavoro estesi e intensi. Grazie alla settimana corta i dipendenti potrebbero trovarsi in una condizione in cui si sentono più motivati e coinvolti nel loro lavoro, contribuendo così a un clima organizzativo positivo e produttivo.

Nonostante questi benefici resta chiaro che non tutte le aziende sono ancora pronte a abbracciare questa nuova prospettiva. Di fatto la scelta di abbracciare l’adozione della settimana corta comporta anche un cambio culturale oltre che a una piena riconsiderazione dei tradizionali modelli di lavoro. Alcune aziende potrebbero essere riluttanti a implementare questa soluzione, temendo una riduzione della produttività o delle prestazioni aziendali.

Come alternativa alla settimana corta, alcune aziende hanno optato per un modello bisettimanale che si basa su nove giorni lavorativi seguiti da 5 giorni di riposo. Sembra che questo approccio possa offrire ancora una maggiore flessibilità rispetto alla tradizionale settimana lavorativa, ma allo stesso tempo potrebbe non essere altrettanto efficace nel garantire i vantaggi della settimana corta.

Svantaggi della settimana corta lavorativa

Se da una parte si sente spesso parlare dei vantaggi della settimana corta, risulta fondamentale evidenziare che questa sottende anche dei possibili svantaggi, ovvero:

  • Impatto finanziario negativo. Riducendo il numero di ore lavorative settimanali si riduce la produzione complessiva, con conseguente riduzione dei ricavi. Quindi, ne conseguono ridimensionamento dei salari, assunzione di personale, tagli in varie aree per bilanciare e ridurre i costi. Quindi, questo potrebbe essere dannoso per i dipendenti e portare tensioni all’interno dell’azienda.
  • Aumento del carico di lavoro. Con meno ore a disposizione, i dipendenti potrebbero dover affrontare una maggiore pressione per completare la stessa quantità di lavoro in un periodo di tempo più breve. Ciò potrebbe generare stress e una diminuzione della qualità del lavoro svolto. Non è risolvibile con nuove assunzioni per sopperire al problema: senza agevolazioni, i costi rischiano di diventare più dei ricavi.
  • Necessità di adattamento e diversità di settore. Alcune industrie, come quelle ad alta intensità di lavoro o i servizi che richiedono una presenza costante, potrebbero trovare difficile implementare con successo questo modello. Inoltre, ci potrebbero essere problemi nel coordinare gli orari di lavoro tra diverse aziende, fornitori e clienti, creando complicazioni logistiche.
  • Il tempo libero è un rischio di spesa. A fronte di uno stipendio uguale o inferiore, i giorni della settimana in cui si svolgono le attività personali sono occasioni in cui spendere, in un contesto in cui i prezzi sono sempre più alti.

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