Skip to content

I disturbi del comportamento alimentare 

17 Aprile 2024
Condividi su
Tempo di lettura 3 minuti

Ancora se ne parla troppo poco, ma i disturbi del comportamento alimentare rappresentano una delle principali fonti di disagio e di morte.

Dal punto di vista pratico i disturbi del comportamento alimentare (detti anche DCA) sono disturbi psichiatrici invalidanti, potenzialmente mortali, che compromettono la salute fisica e il funzionamento sociale dell’individuo. Sono disturbi caratterizzati da un rapporto patologico con l’alimentazione e con il proprio corpo.

In Italia la popolazione affetta da questa malattia è crescente.

Che cosa sono i disturbi del comportamento alimentare 

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) conosciuti anche come disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), rappresentano un gruppo variegato di malattie comprese e classificate fra i disturbi psichiatrici. Alla base di queste malattie ci sono diversi elementi dal momento che sono scaturiti da una serie complessa e molteplice di fattori.

Questo significa che i disturbi del comportamento alimentare costituiscono una concreta condizione di profondo disagio e di malessere psicologico.

I disturbi alimentari sono caratterizzati da comportamenti alimentari patologici e/o comportamenti di controllo del peso e delle forme del proprio corpo.

Molte volte si concretizzano per un difficile rapporto col proprio corpo in quanto la relazione con il proprio corpo risulta significativamente alterato in quanto questo spesso diventa causa di preoccupazioni.

Come sopra anticipato i DCA sono malattie complesse che coinvolgono sia fattori biologici che psicologici e si presentano in diverse forme, tra cui:

  • L’anoressia nervosa che è caratterizzata da una restrizione alimentare estrema, con una paura intensa di guadagnare peso e una percezione distorta del proprio peso e della propria forma corporea.
  • La bulimia nervosa che si manifesta attraverso episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi o diuretici.
  • Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) che è caratterizzato da episodi regolari di abbuffate senza comportamenti compensatori, associati alla sensazione di perdere il controllo.

Principali cause dei disturbi del comportamento alimentare 

Il perché ci si ammali di disturbi alimentari non è così chiaro. C’è sempre un evento “traumatico” che scatena il problema, ma trattandosi di patologie multifattoriali, devono verificarsi contemporaneamente vari fattori che fanno sì che la reazione della persona vada in quella direzione. 

Numerose possono essere le cause dei disturbi del comportamento alimentare.

A titolo generale si rileva che i fattori che contribuiscono allo sviluppo dei DCA sono complessi e includono:

  • Fattori biologici in cui troviamo anomalie nel funzionamento di alcune parti del cervello e nei livelli di neurotrasmettitori come la serotonina.
  • Fattori psicologici in cui annoveriamo bassa autostima, ansia, depressione e insicurezza.
  • Fattori socioculturali che includono la pressione sociale per raggiungere un ideale di bellezza, la disponibilità di cibo ad alto contenuto calorico e l’accesso limitato ai servizi di assistenza sanitaria.

La maggiore responsabilità nel causare i disturbi dell’alimentazione è quindi attribuita ai modelli presenti nella società (pressione sociale) che mostrano come desiderabili figure eccessivamente magre e spingono, soprattutto i giovani, a cercare di somigliargli. Tuttavia, le cause di questi disturbi sono complesse ed è più corretto considerarli come il risultato di fattori genetici, biologici e psicologici che una volta scatenati da eventi ambientali particolari, danno inizio al disturbo. Altri elementi, poi, contribuiscono al suo mantenimento nel tempo.

 

I disturbi del comportamento alimentare in Italia

In Italia nel 2019 erano i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati erano stati 680.569, nel 2020 erano balzati a 879.560, nel 2021 a 1.230.468, e nel 2022 a 1.450.567. Questi i nuovi casi. 

Nel complesso le persone trattate oggi per queste patologie sono oltre 3 milioni; nel 2000 erano circa 300 mila. Anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte ) sono purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2022 rileva complessivamente 3.158 decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni.

La situazione è particolarmente critica per la fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni, poiché spesso i pazienti sono brillanti a scuola, funzionano bene sul piano sociale e apparentemente sembrano perfetti. 

Per quanto concerne le strutture si rileva che sulla base dell’ultimo censimento al 28 febbraio 2023, sono state rilevate 126 strutture su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato.Come sempre, per quanto riguarda la presenza sul territorio, la distribuzione è “a macchia di leopardo”. Il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia). Nel centro Italia ce ne sono invece 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), mentre 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). Rispetto alla fascia d’età presa in carico dai centri: l’84% ha dichiarato di prendere in carico persone di età pari o superiore a 18 anni, l’82% la fascia d’età 15-17 anni e il 48% i minori fino a 14 anni. La modalità di accesso è diretta nel 77% dei casi, ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento di ticket sanitario (68%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%).

 

 

 

Ricerca

INAIL