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La parità di genere

19 Febbraio 2024
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Tempo di lettura 3 minuti

Sempre di più si è portato ad affrontare il tema della parità di genere e del ruolo delle donne.

Tanto è stato fatto, almeno in superficie, al punto da sembrare quasi superfluo ribadire il concetto che le donne abbiano pari diritti e pari opportunità degli uomini. Eppure emerge una situazione che si caratterizza per tanti femminicidi, disparità di reddito nelle stesse posizione lavorative, ruoli apicali o manageriali che sono di fatto riservati agli uomini, povertà più forte tra le persone anziane di sesso femminile che di quello maschile. 

Dati questi presupposti risulta chiaro che la parità di genere è riconosciuta a livello internazionale da organizzazioni ed esperti come leva per lo sviluppo sostenibile.

A tal fine si ricorda che l’uguaglianza di genere, conosciuta anche come parità tra i sessi, parità di genere, uguaglianza sessuale o uguaglianza dei generi, è una condizione nella quale le persone hanno trattamenti uguali con la possibilità di partecipare ad attività senza alcun ostacolo, indipendentemente dal genere, a meno che non ci sia una valida ragione biologica per un trattamento diverso.

Inoltre, con la locuzione “parità di genere” si definisce la garanzia costituzionale della possibilità di partecipare alla vita economica, politica e sociale senza alcun ostacolo connesso a sesso, etnia, lingua, religione, ideologia politica, al censo e al ceto di appartenenza.

Parità di genere e obbiettivi di sviluppo sostenibile 

Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà.

La parità di genere non si pone solamente come un diritto umano fondamentale, ma si connota anche come la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace.

Sulla base di questi presupposti le Nazioni Unite ha dedicato l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 5 a questo obiettivo.
Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.

La rilevanza di questo tema deriva dal fatto che sebbene il mondo abbia fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), ci sono ancora tantissime donne e ragazze che continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo.

L’obiettivo 5 mira, quindi, a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. 

La legge italiana

Il 16 marzo 2022, con la pubblicazione della prassi Uni PdR 125:2022 sulla parità di genere, è stato tracciato in Italia il primo concreto passo della missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sulle pari opportunità. 

La Prassi UNI/PdR 125:2022 definisce, quindi, le linee guida sul Sistema di Gestione per la parità di genere la cui certificazione volontaria è volta ad assicurare una politica di gender equality e la creazione di un ambiente lavorativo più inclusivo e meno discriminatorio, incentivando l’adozione di politiche aziendali finalizzate a ridurre la disparità di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

La certificazione ai sensi della presente UNI/PdR può essere richiesta da qualunque tipo di organizzazione, di qualsiasi dimensione e forma giuridica, operante nel settore pubblico o privato. Sono escluse dall’applicazione del presente documento le Partite IVA che non hanno dipendenti o addetti/e. È auspicabile che consorzi, Reti d’Impresa o General Contractor che intendano adottare la presente UNI/PdR definiscano una formula di selezione e qualifica, all’interno del processo di selezione dei propri consorziati/imprese/outsourcer, che richieda agli stessi l’adozione della prassi di riferimento.   

La Certificazione del sistema di gestione della Parità di Genere consentire alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali e a premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei. L’ottenimento di una certificazione di parte terza rispetto alla UNI/PdR 125 permette inoltre alle organizzazioni di dimostrare ai propri stakeholder l’impegno sulla tematica e di affinare e armonizzare gli indicatori per altri sistemi di gestione o modelli di disclosure in tema di sostenibilità.

Si evidenzia che le finalità del Sistema di certificazione della parità di genere alle imprese è quella di favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per l’empowerment femminile a livello aziendale e quindi di migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, di leadership e di armonizzazione dei tempi vita.

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