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Persone senza fissa dimora

16 Aprile 2024
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Tempo di lettura 4 minuti

Avere una casa non è solo un desiderio, ma è prima di tutto un bisogno che accomuna tutte le persone.

Hai mai sentito parlare di persone senza fissa dimora? Sai chi davvero chi sono?

Nell’immaginario collettivo quando si parla di persona senza dimora è automatico pensare al barbone, al vagabondo e al clochard ma nella realtà dei fatti questa terminologia include al suo interno tipologie di situazioni e di svantaggio notevolmente vaste e diversificate.

All’interno di questo articolo andremo a comprendere e ad analizzare chi sono le persone senza fissa dimora.

Chi sono le persone senza fissa dimora

Partendo dalla definizione della Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora si evidenzia che essere senza dimora non significa solo la mancanza di un’abitazione o l’assenza tangibile della casa come tetto, “ma la più complessa mancanza di un ambiente di vita, di un luogo di sviluppo delle relazioni affettive, dei progetti e interessi personali, dove prendersi cura di sé”.

Questa povertà estrema si caratterizza in certe situazioni come ritiro dal mondo dei rapporti sociali, come impossibilità ad accedere ai percorsi tradizionali di aiuto garantiti dai servizi sociale e sanitari.

L’intervento per i senza dimora deve quindi poter accogliere la complessità della domanda per poter produrre risposte efficaci. Le azioni di aiuto alle persone senza dimora devono essere orientate al metterle in grado di scegliere di nuovo, di considerare l’aiuto oltre che nel senso classico di fornitura di cibo, vestiario o sussidi anche come “fornitura” di elementi di consapevolezza e partecipazione alla propria vita e alla propria salute.

Le cause della “homelessness” dipendono da diversi fattori e dinamiche, tra cui, sempre la fio.PSD individua:

  • Fattori biografici: come la perdita del lavoro e/o dell’alloggio, la rottura dei rapporti familiari, un lutto, un incidente, una migrazione forzata, la detenzione, difficoltà economiche
  • Fattori di contesto socioeconomico: come l’accesso e la qualità dell’istruzione, della salute, del lavoro, delle politiche abitative, ma anche la rete sociale e l’ambiente familiare. Tra questi fattori rientrano anche elementi che coinvolgono l’intera società come le crisi economiche, gli effetti della globalizzazione, la trasformazione delle città, la precarizzazione del lavoro
  • Fattori psicologici, individuali e relazionali: come malattie fisiche o mentali, abuso di sostanze, vissuti di violenza e abusi

I problemi legati al fatto di essere senza fissa dimora 

Così come esistono molteplici cause che portano una persona a essere senza dimora, diversi sono anche gli effetti che la condizione di homeless genera.

Anche una breve esperienza di assenza di dimora può avere un impatto negativo sulla salute fisica e mentale della persona, sulla sua occupabilità, sull’inclusione sociale e sulla partecipazione alla società. 

La situazione italiana 

Guardando alla situazione italiana delle persone che si trovano senza fissa dimora si rileva che nel 2021 Istat rileva che sono 96.197 i senzatetto e senza fissa dimora iscritti all’anagrafe. In particolare, di questi, solo il 38% è rappresentato da stranieri provenienti in oltre la metà dei casi dall’Africa.

Nello specifico le persone senza fissa dimora sono soprattutto uomini e con un’età media di 41,6 anni, che si innalza a 45,5 anni per i soli italiani. 

Guardando ai dati si rileva i che dati, spiega Fio.psd, mostrano inoltre che le persone senza tetto e senza fissa dimora censite sono residenti in 2.198 comuni italiani ma concentrati per il 50% in 6 comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche pari a oltre 22 mila persone, seguita da Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%). Quest’ultimo è l’unico Comune di piccole dimensioni a riportare una quota significativa di persone senza tetto e senza fissa dimora. Altre peculiarità territoriali emergono rispetto al Comune di Napoli in cui la quota di donne è particolarmente elevata (10% delle donne totali censite) e la presenza di stranieri molto più circoscritta rispetto ad altri grandi Comuni (8,6% contro circa il 60% di Roma, Milano e Firenze), e al Comune calabrese di San Ferdinando dove le persone, per lo più di origine straniera, rappresentano circa il 10% dell’intera popolazione censita nel Comune. Altri Comuni in cui la presenza di senza tetto e senza fissa dimora stranieri è significativa sono Trieste, Reggio nell’Emilia, Bologna, Alessandria, Como, Savona, Venezia e Brescia, oltre che Marsala, Catania, Sassari e Cagliari.

 

Secondo la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, la rilevazione pubblicata dall’ISTAT rappresenta un’importante novità, in quanto permette finalmente di dare visibilità e riconoscimento anche a segmenti di popolazione che tendono a essere difficilmente tracciabili da un punto di vista statistico e a essere percepiti come invisibili.

Guardando ai dati di cui sopra risulta fondamentale ricordare che come sottolineato dalla Federazione “l’’utilizzo della locuzione “senza fissa dimora” è giustificato dall’intenzione di Istat di censire un gruppo di popolazione connotata esclusivamente in termini di possesso del requisito giuridico della residenza”. La definizione di persone “senza dimora“, però, sarebbe più adeguata perché indica tutte “le persone che si trovano in una condizione di fragilità che intreccia il disagio abitativo con il disagio sociale”.

Dal punto di vista anagrafico si ravvisa che le persone senza fissa dimora registrano il proprio domicilio nel comune dove vivono abitualmente, ma non hanno un luogo in cui rimangono sufficientemente a lungo da potervi registrare la residenza. Le persone senzatetto, invece, non hanno proprio un domicilio: spesso sono iscritte all’anagrafe attraverso un indirizzo fittizio che fa riferimento a un’associazione o che viene utilizzato dal comune proprio per questi casi. L’indirizzo fittizio, conosciuto anche come “via fittizia” non esiste dal punto di vista toponomastico ma ha valore giuridico. È un primo strumento con il quale riconoscere alle persone il diritto di ricevere la posta o gli atti ufficiali come una tessera sanitaria, agevolare l’identificazione della persona e della sua storia sociale.

Gli aiuti per le persone senza fissa dimora

La pandemia da Covid-19 ha rappresentato per gli homelessness “un’emergenza nell’emergenza”. 

Dal punto di vista pratico le persone senza casa hanno vissuto il dramma e la paura di non sapere come proteggersi dal contagio dal virus e come riuscire a sopravvivere di fronte alle restrizioni di molti servizi e, ancor peggio, alla chiusura di spazi, luoghi e legami che fino al giorno prima rappresentavano occasioni seppur minime di integrazione e di vita quotidiana. 

Questo significa che per le oltre 50mila persone senza dimora che vivono in Italia, “stare a casa”, accedere al vaccino o ad una mensa non sono tutt’oggi opzioni plausibili e continue e, così, le vite più vulnerabili attendono un intervento significativo di tutela fatto di diritti, accesso, responsabilità e innovazione.

Dati questi presupposti risulta chiaro che negli ultimi anni, a livello europeo e a livello nazionale, si sono delineate nuove azioni e modalità di programmazione nell’ambito specifico della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora.

Tra i documenti di programmazione politica più importanti vi è attualmente il “Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2021-2023”, frutto dell’attività della Rete della protezione e dell’inclusione sociale, che contiene al suo interno il Piano sociale nazionale, il Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà e il Piano per la non autosufficienza. 

Nello specifico, per quanto concerne la parte dedicata alla povertà e alla marginalità estrema, il piano fa riferimento alle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta” del 2015 e alla “Lisbon Declaration on the European Platform on Combatting Homelessness” del 2021, promuovendo il superamento di approcci di tipo emergenziale in favore di approcci maggiormente strutturati

 

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