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Andare in pensione nel 2025

Pensione 2025
22 Agosto 2024
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Tempo di lettura 3 minuti

Molte volte andare in pensione sembra un miraggio in quanto l’età pensionabile, nel corso degli ultimi anni, si è caratterizzata per un incremento continuo tale per cui un lavoratore per godere di questa condizione deve aver maturato un numero molto elevato di anni.

Date queste premesse risulta chiaro che il tema delle pensioni si pone come un argomento molto caldo anche per il Governo che sembra che stia continuando a lavorare su questo tema con l’obiettivo di riuscire a sviluppare delle su misure alternative alla Legge Fornero per il pensionamento anticipato.

Forte di questa evidenza sembra che ci sia una vera d propria ripresa dei lavori per la riforma delle pensioni nel 2025 a partire da questo autunno.

All’interno di questo articolo andremo ad approfondire il complesso tema della riforma delle pensioni e delle possibili evoluzioni.

Pensione nel 2025

Anche nel 2025 l’età minima di accesso alle pensioni di vecchiaia sarà fissata a 67 anni di età (sia per gli uomini che per le donne). Questo significa che anche nel 2025 l’età pensionabile non subirà modifiche dal momento che la variazione delle speranze di vita non è stata sufficiente da giustificare un incremento dell’età pensionabile.

Si ricorda che la normativa attuale prevede che l’età per il pensionamento venga rivista ogni biennio e fissata sulla base della variazione della speranza di vita calcolata dall’ISTAT per i sessantacinquenni.

Questo, dal punto di vista pratico significa che per quanto concerne la pensione di vecchiaia sarà necessario avere compiuto 67 anni di età e 20 anni di contributi, mentre nel caso dell’opzione riservata ai contributivi puri sono richiesti i 71 anni di età e 5 anni di contributi.

Di controverso, per quanto concerne la pensione anticipata, si evidenzia che il requisito permane pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Questo significa che non viene richiesta nessuna età minima, a differenza di quanto invece previsto per l’opzione contributiva della pensione anticipata che si raggiunge a 64 anni di età, 20 anni di contributi e un trattamento previdenziale pari ad almeno 3 volte il valore dell’Assegno sociale (con riduzioni previste per le lavoratrici madri di figli).

In merito ai requisiti per chi svolge attività usuranti e per i lavoratori “precoci” che hanno versato almeno un anno di contributi al compimento dei 19 anni si ravvisa che non sono stati modificati.

La situazione risulta differente nel momento in cui si parla di pensione anticipata. Di fatto emerge che in deroga alle regole che soni state introdotte per mezzo della Legge Fornero, sono state previste anche delle micro-riforme che hanno permesso di introdurre una certa flessibilità nel sistema previdenziale. Sono stati tutelati in particolare quanti eseguono dei lavori gravosi e altre categorie più fragili.

La prima è rappresentata dalla Quota 103 (l’uscita con 62 anni d’età e 41 di contributi) che prevede una penalizzazione, ovvero con il ricalcolo contributivo dell’assegno e un tetto all’importo del trattamento, si esaurirà il 31 dicembre, alla fine del 2024. Risulta, inoltre, importante ricordare che sempre alla fine dell’anno, scadranno anche l’Ape Sociale (63 anni e 5 mesi di età, 30 o 36 anni di contributi a seconda del profilo di appartenenza) e Opzione Donna (61 anni di età e 35 anni di contributi). Questo significa, dal punto di vista pratico, che sarà necessario attendere la legge di Bilancio 2025 per capire se il governo recupererà risorse per confermare queste misure: di conseguenza, così come fatto con l’ultima manovra, il governo potrebbe introdurre nuove limitazioni, ritardando il pensionamento ai beneficiari.

Riforma delle pensioni, le novità dell’ultima ora

Guardando al domani risulta importante prendere in considerazione quelle che sono le principali novità.

Sicuramente il tema della quota 41 si va a connotare come un tema di riferimento per la Lega per quanto concerne la riforma delle pensioni, al punto che il partito di maggioranza avrebbe voluto inserirla già nella legge di Bilancio 2023. Nonostante questo, sembra che a partire dal prossimo anno potrebbe sostituire quota 103 (prorogata e ritoccata proprio in extremis). Contestualmente sembra che dovrebbe arrivare la proroga anche per Ape sociale e opzione donna.

Si ricorda che in questo momento, l’attuale schema di pensionamento anticipato legato alla quota 103, in realtà, prevede già i 41 anni di contributi, che sono però legati al requisito anagrafico dei 62 anni. Questo significa che con la quota 41 per tutti, invece, il governo vorrebbe eliminare il vincolo dell’età, pur mantenendo il ricalcolo interamente della pensione già attualmente previsto.

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