Liberi professionisti e pensione

Anche se ami il tuo lavoro non ti pesa sapere che dovrai farlo per anni. Ma prima o poi vorrai essere libero di fare solo ciò che desideri.
Sei un libero professionista? Hai la partita iva?
Sicuramente, come tutti, una domanda molto importante che ti sarai posto riguarda il momento in cui riuscirai finalmente ad andare in pensione…
Ai fini di comprendere meglio questo tema andremo a capire come varia la situazione nel caso in cui si abbia una partita IVA pura o quanto piuttosto si sia un regime di tipo forfettario.
Quando si parla di pensione e liberi professionisti bisogna però ricordarsi che in caso di professionisti iscritti ad albo bisogna rifarsi alla singola cassa di riferimento. Ogni ordine stabilisce la propria percentuale di contribuzione e i requisiti minimi di età e di anzianità contributiva per andare in pensione.
I requisiti per andare in pensione
Il punto di partenza per comprendere al meglio come andare in pensione è sicuramente chiarire quali sono i requisiti effettivi necessari che devono essere soddisfatti.
Ad esempio, nel caso di lavoratori che versano contributi alla Gestione Separata o alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS emerge una situazione in cui i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia ordinaria sono i medesimi dei lavoratori dipendenti, ovvero, dal 1° gennaio 2019:
- 67 anni di età e 20 anni di contributi, per chi ha iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995
- 67 anni di età e 20 anni di contributi, se la cifra mensile della pensione è pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, per chi ha iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996
- 71 anni di età e 5 anni di contributi
Nel caso di lavoratori che versano contributi alla Gestione Separata o alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia ordinaria sono quindi gli stessi dei lavoratori dipendenti.
Si chiarisce però che in presenza di specifici requisiti è anche possibile accedere alla cosiddetta pensione anticipata. In tal caso i requisiti che devono essere soddisfatti sono i seguenti:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
- 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, se la cifra mensile della pensione è pari almeno a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale
Risulta importante sottolineare che i requisiti di età e anzianità contributiva non sono fissi dal momento che vengono rivisti ogni due anni.
Contributi da versare
La Gestione Separata è un fondo previdenziale e assistenziale dell’INPS che eroga una serie di prestazioni – pensione di invalidità, pensione di vecchiaia, pensione anticipata o supplementare, pensione di reversibilità.
Questo sistema pensionistico, nato con la Riforma del 1995 (legge 335/1995) e dal Dm 282/1996 a cui devono registrarsi lavoratori autonomi e liberi professionisti senza cassa, è finanziato attraverso il pagamento di contributi calcolati in forma fissa e variabile in base al fatturato annuale lordo dichiarato.
La Gestione Separata INPS al momento prevede un’aliquota contributiva pari al:
- 25,72% (entro il massimale di 103.055 euro) per i soggetti non iscritti ad altro fondo previdenziale obbligatorio, né titolari di pensione;
- 24% per pensionati o soggetti titolari di altre tutele pensionistiche obbligatorie.
Gli iscritti corrispondono inoltre un’addizionale dello 0,72% per finanziare le tutele assistenziali come malattia, maternità e assegni al nucleo familiare.
Non c’è un importo minimo da versare. Esiste però un minimale contributivo per vedersi riconosciuto l’intero anno solare di contributi: l’importo corrisposto non deve essere inferiore a quello calcolato sul minimale di reddito previsto per gli artigiani e commercianti (ossia 17.504 euro per il 2023).
Pensione Partita IVA “pura”
Nel caso in cui si sia un lavoratore autonomo e non si ricada né nella categoria degli artigiani né dei commercianti, si chiarisce che i contributi sono versati nella cosiddetta gestione separata INPS. In questo caso si è un autonomo libero professionista e la legge prevede il versamento di un’aliquota da versare pari al 26,07% che viene conteggiata sul reddito prodotto durante la tua attività.
In tale frangente si evidenzia che il vantaggio del calcolo pensione Partita IVA è rappresentato dal fatto che è non sussiste la necessità di versare i contributi fissi nel caso in cui non si abbia realizzato reddito e quindi non si abbia guadagnato. Pertanto, dal punto di vista pratico, se in un anno fatturi zero, allora non dovrai versare nulla. Questa prassi operativa fa sì che molte persone liberi professionisti scelgono inizialmente di partire con questo regime, per poi virare verso vere e proprie attività di impresa o diventare dipendenti.
Un punto di attenzione deve però essere posto in quanto se nell’anno non si raggiunge un reddito minimo pari a 18.415€, allora l’INPS non accrediterà un anno di contributi intero.
Pensione Partita IVA, il regime forfettario
Un caso diverso è quello per i soggetti che hanno un regime forfettario. In questo caso si ha diritto a una riduzione del 35% dei contributi INPS sulla Partita IVA che altrimenti dovresti versare.
Si evidenzia che la riduzione al 35% sui contributi spetta non solamente a tutti coloro che sono in regime forfettario, ma anche a tutti i liberi professionisti che, pur se titolari di partita IVA, hanno scelto di adottare tale particolare regime.
In questa fattispecie emerge che la pensione dipende dai contributi che versi e dal reddito che riesci a guadagnare. Questo significa che nel caso in cui si optasse per aderire al regime forfettario ci si troverà in una situazione in cui si verserà di meno all’INPS e, di conseguenza, si potrà andare in pensione più tardi o con un assegno meno elevato.
In tale contesto diventa importante evidenziare che la pensione del libero professionista prevede gli stessi requisiti di accesso per età e per contributi minimi uguali alla generalità dei lavoratori.
Questo indica che per loro la prima data con la pensione di vecchiaia in partita IVA è ormai a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, l’assegno deve anche essere pari o superiore all’assegno sociale.
Mentre per quanto concerne la pensione anticipata si evidenzia che devono essere stati versati almeno 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Anche per i liberi professionisti dal 2019 è stata introdotta una finestra mobile che ad oggi è pari a 3 mesi.
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