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Rivalutazione pensioni 2024

26 Dicembre 2023
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Tempo di lettura 3 minuti

Nel 2024 l’assegno pensionistico sarà superiore rispetto al 2023. Questa crescita delle pensioni avviene ogni anno ed è il risultato del processo di rivalutazione annuale legato all’indicizzazione Istat. Questo significa che ogni anno viene definito e calcolato il livello di crescita del costo della vita e, sulla base di questo, si procedere ad adeguate gli importi pensioni di conseguenza. 
Andando a guardare il 2023 vale la pena ricordare che nel corso di quest’anno si ha assistito ad una rivalutazione definitiva dell’8,1%, che ha portato nelle tasche dei pensionati i conguagli in positivo, versati con la pensione di dicembre dall’Inps.
Sulla base di quanto chiarito dall’INPS sembra che da gennaio 2024 si assisterà ad un ulteriore passo avanti, con una nuova percentuale di perequazione fissata con decreto a +5,4%. 

Sebbene tale valore sia meno rispetto al previsto, risulta comunque un aiuto importante.

Si evidenzia che questa rivalutazione è di tipo provvisoria dal momento che l’indice definitivo sarà stabilito a novembre 2024. Questo indica che solo a fine del prossimo anno quindi si capirà davvero la concreta percentuale definitiva. 
Per ora sembra che da gennaio 2024 i pensionati e le pensionate italiane devono accontentarsi dei provvisori 5,4 punti di aumento, che saranno accreditati con percentuali diverse, in linea con le regole della legge di bilancio che considera le percentuali di rivalutazione in base a quanto alti sono gli assegni.

Le novità relative agli aumenti degli importi delle pensioni da gennaio 2024 riguardano:

  • la revisione degli scaglioni Irpef con un abbassamento delle tasse per i redditi medio bassi
  • la rivalutazione  degli assegni sulla base degli alti valori  di inflazione registrati dall’Istat  tra 2022 e 2023, cui si aggiunge il nuovo taglio della percentuale per gli assegni oltre 10 volte il minimo 
  • la supervalutazione ancora in vigore per le pensioni minime  nel 2024.

Aumento pensioni 2024

Le pensioni di tutte le categorie sia previdenziali che assistenziali come noto sono collegate al valore  dell’aumento dei prezzi al consumo, registrato ogni  anno dall’istat . 

Inps  provvede ogni anno, solo in caso di aumento,  ad adeguare gli importi  degli assegni  alla differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente e quello  attuale. 

Per quanto concerne la crescita delle pensioni per il 2024 si ricorda che è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 29 novembre 2023  il decreto ministeriale che ha previsto a partire dal primo gennaio 2024 un adeguamento dell’assegno pensionistico all’inflazione pari a +5,4%. Di fatto il provvedimento che si chiama “Perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2024” esplica di quanto sarà l’aumento degli importi.
Il decreto ministeriale per mezzo dello stesso articolo 2 precisa che i 5,4 punti percentuali vengono stabiliti “salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo”.
Questo significa che l’ammontare risulta essere calcolato in relazione alla variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023 rispetto al 2022.

Considerando gli aumenti pensionistici si evidenzia che l’articolo 29 del DDL bilancio ha riscritto al comma 2 il sistema di rivalutazione delle pensioni per l’anno 2024, modificando l’ultimo scaglione con l’aliquota che passa dal 32% attuale al 22%.
Si evidenzia che i soggetti che godranno della rivalutazione piena al 100% sono coloro che sono i titolari dei trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo Inps: si tratta degli assegni pensione fino a 2.101,52 euro.
Oltre questo limite, maggiore è l’importo percepito minore sarà la rivalutazione. Secondo queste regole:

  • le pensioni 2024 tra 4 e 5 volte l’importo del trattamento minimo saranno rivalutate dell’85%;
  • le pensioni 2024 tra 5 e 6 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 53%;
  • le pensioni 2024 tra 6 e 8 volte il trattamento minimo saranno rivalutate al 47%;
  • le pensioni 2024 tra 8 e 10 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 37%;
  • infine la rivalutazione sarà al 22% del tasso dell’inflazione per le pensioni che superano di 10 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps.

Interessante notare che, secondo la relazione tecnica  alla manovra attualmente:

  • i pensionati che percepiscono  pensioni fino a  quattro volte il minimo, sono il 54,1% del totale
  • le pensioni di importo  tra  quattro e cinque volte il minimo  sono il 15,7%,
  • le pensioni di valore superiore a cinque volte il minimo rappresentano il 7,7% 
  • quelle  di importo  tra cinque e sei il 9,3%,
  • quelle di importo tra   tra sei e otto il 9,0% e
  • quelle oltre otto e fino a dieci  volte il minimo sono il 4,2 per cento.

 Il taglio della rivalutazione di dieci punti percentuale  alle cosiddette pensioni d’oro produrrà  nel 2024 un risparmio di 135 milioni di euro  per l’INPS che poi calerà   progressivamente negli anni successivi 

 

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