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Anzianità contributiva: che cos'è

5 Luglio 2023
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Tempo di lettura 3 minuti

Quando parliamo di anzianità contributiva facciamo riferimento all’ammontare dei contributi totali che il lavoratore dipendente o autonomo ha maturato lungo l’intero corso della propria carriera lavorativa.

La maggior parte delle prestazioni previdenziali, di qualunque cassa, richiedono al lavoratore il conseguimento di una determinata anzianità contributiva, congiuntamente ad un requisito anagrafico, per poter accedere alle prestazioni pensionistiche.

La pensione di vecchiaia, ad esempio, richiede al lavoratore il conseguimento di 67 anni di età congiuntamente a 20 anni di anzianità contributiva.

La pensione anticipata, invece, richiede solo il possesso di 41/42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva.

Che cos’è

Come specificato nel capitolo introduttivo, nell’ambito delle gestioni previdenziali obbligatorie, l’anzianità contributiva rappresenta un requisito fondamentale per accedere alle prestazioni previdenziali.

Il termine anzianità contributiva si riferisce l’ammontare dei contributi in possesso del lavoratore al momento della richiesta di una qualsiasi prestazione previdenziale.

La prima distinzione fondamentale, è quella che nell’ambito legislativo previdenziale vi sono prestazioni pensionistiche che, congiuntamente all’anzianità contributiva, richiedono anche il possesso di determinati requisiti anagrafici, mentre altre che richiedono solo il possesso dei requisiti contributivi.

Le pensioni che congiuntamente al requisito contributivo richiedono anche il possesso dei requisiti anagrafici sono:

  • La pensione di vecchiaia
  • La pensione anticipata contributiva
  • La pensione di vecchiaia contributiva
  • Opzione donna
  • Ape sociale

Mentre quelle che richiedono solo il possesso dell’anzianità contributiva sono:

  • La pensione anticipata
  • La pensione di reversibilità
  • L’assegno ordinario di invalidità (ovviamente per questa prestazione è richiesto anche il possesso del requisito sanitario)
  • La pensione di Inabilità (anche per questa pensione è richiesto il possesso del requisito sanitario)

Come funziona

L’anzianità contributiva, oltre a determinare l’accesso alle prestazioni, ne determina anche la misura ovvero l’importo della pensione liquidata.

A parità di retribuzioni percepite, maggiore sarà l’anzianità contributiva, maggiore sarà l’importo della pensione percepita dal lavoratore.

Il funzionamento del sistema dipende dalla gestione previdenziale alla quale il lavoratore è associato.

Sostanzialmente vi sono tre modalità attraverso le quali l’anzianità viene riportata all’interno dell’estratto contributivo del lavoratore:

  • In settimane
  • In giorni
  • In mesi

Tutti i lavoratori dipendenti che fanno parte dell’assicurazione generale obbligatoria, visualizzeranno la propria anzianità contributiva sottoforma di settimane.

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Nello specifico, 52 settimane equivalgono ad un anno di contribuzione.

I lavoratori iscritti ai fondi esclusivi dell’AGO, come i dipendenti pubblici, visualizzeranno la propria contribuzione sottoforma di giorni per un massimo di 30 giorni mensili.

Per loro un anno di contribuzione equivarrà a 360 giornate.

Allo stesso modo anche i soggetti iscritti ai fondi sostitutivi come fondo elettrici, telefonici etc si vedranno calcolare l’anzianità contributiva sottoforma di giorni.

I lavoratori autonomi, invece, come artigiani e commercianti si ritroveranno nell’estratto contributivo la contribuzione calcolata sottoforma di mesi.

In questo caso, 12 mesi equivarranno ad un anno di contribuzione.

Stesso caso per i soggetti iscritti alla gestione separata e alle casse professionali.

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Differenza tra anzianità contributiva e assicurativa

Nella maggior parte dei casi, i nostri lettori ci contattano per capire quelli che sono i requisiti contributivi comprendendo nella domanda se i requisiti riguardano l’anzianità assicurativa.

L’anzianità assicurativa, a differenza di quella contributiva, rappresenta l’arco temporale all’interno del quale il lavoratore ha versato la contribuzione all’interno del regime previdenziale prescelto.

Tale anzianità parte dal giorno del primo versamento contributivo e continua anche se il soggetto non versa contribuzione in modo costante.

Per fare un esempio, poniamo il caso di un lavoratore che ha versato il primo contributo all’interno della gestione separata il 10 febbraio 1997.

Fino al 10 febbraio 2023 ha versato circa 15 anni di contributi che equivalgono alla sua anzianità contributiva.

L’anziantà assicurativa, invece, è di 26 anni in quanto il periodo temporale che intercorre tra il primo e l’ultimo contributo è appunto di 26 anni.

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