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Pensione di Vecchiaia

12 Maggio 2023
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Tempo di lettura 8 minuti

La pensione di vecchiaia è una prestazione pensionistica che viene erogata dall’assicurazione generale obbligatoria, dai fondi ad essa sostitutivi, esclusivi o esonerativi, nonché dalla gestione separata dell’Inps, al compimento di una determinata età anagrafica unitamente al possesso di almeno 20 anni di contributi.

Tuttavia, la Legge Fornero del 1° gennaio 2012 ha inasprito i requisiti di accesso, fissando l’età a 66 anni per gli uomini e a 62 anni per le donne dipendenti del settore privato.

Le lavoratrici autonome e parasubordinate hanno subito un innalzamento graduale dei requisiti anagrafici con l’obiettivo di parificare l’età pensionabile tra uomini e donne a partire dal 1° gennaio 2018.

Come funziona la pensione di vecchiaia nel 2023?

La pensione ha l’obiettivo di garantire copertura economica a fronte dell’impossibilità del contribuente di continuare a rendere la prestazione lavorativa manuale e/o intellettuale a causa dell’età anagrafica e dell’usura del corpo e della mente determinata dagli anni di attività come lavoratore dipendente, parasubordinato o autonomo.

Per accedere alla pensione di vecchiaia, i contribuenti devono soddisfare i requisiti di età e di anzianità contributiva.

I requisiti minimi di età per la pensione di vecchiaia sono stati ridefiniti per uniformare l’età di pensione tra uomini e donne, lavoratori del settore pubblico e di quello privato, dipendenti, autonomi e parasubordinati a partire dal 1° gennaio 2012.

L’età pensionabile di vecchiaia è stata equiparata nel 2018.

Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2013, i requisiti anagrafici sono stati adeguati agli incrementi alla speranza di vita, pari a 3 mesi, dal 2016 di ulteriori 4 mesi, e dal 2019 di ulteriori 5 mesi.

Tuttavia, dal 1° gennaio 2021, i requisiti anagrafici non saranno ulteriormente incrementati.

Pertanto, il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia è fissato anche per il triennio 2021/2023 al raggiungimento dei 67 anni.

Per ottenere la pensione di vecchiaia, tutti i lavoratori autonomi e dipendenti sia del settore privato che pubblico, è necessario aver versato almeno 20 anni di contribuzione e aver cessato l’attività lavorativa dipendente in Italia e all’estero.

La prestazione pensionistica è fondamentale per garantire una sicurezza economica in età avanzata e per supportare la qualità della vita dei pensionati.

I requisiti

La pensione di vecchiaia è un diritto previsto dalla legge italiana, che consente ai lavoratori di accedere alla pensione al compimento di determinati requisiti anagrafici e contributivi.

In questo capitolo, analizzeremo le principali condizioni per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2023.

Requisiti anagrafici

Dal 2019, l’età per la pensione di vecchiaia in Italia è di 67 anni per tutte le categorie di lavoratori.

Questo requisito resterà valido anche per ottenere l’assegno sociale fino a tutto il 2024.

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Il decreto ministeriale del 5 novembre 2019 ha confermato l’età di 67 anni anche per il biennio 2023-2024, a seguito del blocco della speranza di vita.

Requisiti contributivi

Il requisito contributivo per accedere alla pensione di vecchiaia è di almeno 20 anni di contributi versati.

Questi contributi possono essere versati:

  • a titolo lavorativo
  • per riscatti di laurea (scopri la nostra guida sul riscatto di laurea qui)
  • accrediti gratuiti del servizio militare (scopri la nostra guida sul riscatto militare qui)
  • contribuzione figurativa correlata alla indennità di disoccupazione Naspi
  • maternità e con il cumulo contributivo gratuito

Il cumulo contributivo gratuito, introdotto dalla legge 232/2016, consente di sommare i contributi versati in tutte le gestioni Inps o presso casse professionali, purché in periodi non coincidenti.

Inoltre, sono validi anche i contributi accantonati in un altro Paese dell’UE o extra UE, se è presente una convenzione internazionale in materia di sicurezza sociale.

Requisiti per i soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995

Per i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, la pensione di vecchiaia viene riconosciuta al verificarsi delle seguenti condizioni:

  • Cessazione dell’attività di lavoro dipendente;
  • Compimento dell’età pensionabile;
  • Requisiti assicurativi e contributivi.

Per i lavoratori dipendenti, la pensione liquidata dall’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) è prevista per il biennio 2023-2024 al compimento dei 67 anni di età, con un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.

Le Deroghe

Ulteriori deroghe sono previste in favore di:

  • Invalidi con grado di infermità pari o superiore all’80%
  • Lavoratori addetti ad attività usuranti (scopri la nostra guida sui lavori usuranti qui)
  • Lavoratori non vedenti
  • Contratti di espansione mediante i quali è possibile garantire l’uscita anticipata dei dipendenti prossimi alla pensione (Scopri la nostra guida sul contratto di espansione qui)

In conclusione, l’accesso alla pensione di vecchiaia nel 2023 richiede il raggiungimento di determinati requisiti anagrafici e contributivi.

Tuttavia, sono previste anche deroghe per i lavoratori che svolgono attività usuranti o per le lavoratrici madri.

Come si calcola

Nel 2023, ci sono tre sistemi di calcolo da prendere in considerazione per il calcolo della pensione di vecchiaia:

  • Il sistema retributivo
  • Il sistema quello contributivo
  • Il sistema misto

Il primo si applica a coloro che hanno un’anzianità contributiva di almeno 18 anni al 31 dicembre 1995, ma solo per la quota di pensione corrispondente ai periodi anteriori al 31 dicembre 2011.

Il sistema contributivo, invece, si applica a coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 e a chi ha un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.

In questo caso, il calcolo avviene tenendo conto di tutta la contribuzione maturata, o solo dei periodi successivi al 31 dicembre 1995.

Per quanto concerne il sistema misto questo viene applicato alle posizioni contributive che hanno meno di 18 anni di contributi prima del 31 dicembre 1995 e ulteriore contribuzione a partire dal 1° gennaio 1996.

Come si calcola nel sistema Retributivo

Se sei uno dei pochi fortunati lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano già maturato almeno 18 anni di versamenti contributivi, potresti avere diritto al sistema retributivo per il calcolo della pensione di vecchiaia.

Ciò significa che la pensione sarebbe rapportata alla media delle retribuzioni o del reddito d’impresa degli ultimi anni lavorativi, ma solo fino ai contributi versati entro il 31 dicembre 2011.

Prima della riforma Fornero, il sistema retributivo era applicato integralmente, ma oggi solo coloro che restano esclusi dalla riforma possono accedervi, avendo maturato i requisiti prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma delle pensioni.

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Ma come funziona il calcolo della pensione di vecchiaia con il sistema retributivo?

La pensione si divide in due quote:

  • la quota A
  • la quota B.

La quota A viene calcolata sulle retribuzioni relative alle ultime 260 settimane di attività lavorativa dipendente o sulle ultime 520 settimane da lavoro autonomo e moltiplicata per il numero di settimane accreditate dall’inizio dell’attività lavorativa fino al 31 dicembre 1992.

La quota B, invece, è calcolata sulle retribuzioni relative alle ultime 520 settimane di attività lavorativa dipendente o sulle ultime 780 settimane da lavoro autonomo e moltiplicata per il numero di settimane accreditate dal 1° gennaio 1993 alla data di decorrenza della pensione.

Per calcolare la pensione di vecchiaia con il sistema retributivo, occorrerà effettuare una simulazione.

Supponiamo che tu sia un lavoratore dipendente che andrà in pensione nell’anno corrente:

  • Nelle ultime 260 settimane di attività lavorativa hai ottenuto una retribuzione complessiva di €135.000, che con la rivalutazione su base ISTAT ammonta a €139.000.
  • Dividendo la somma dei due importi per 260, otterrai la tua retribuzione media settimanale, che dovrà essere moltiplicata per il numero delle settimane fatte valere tra l’inizio dell’assicurazione e il 1° gennaio 1993.
  • Il risultato dovrà essere moltiplicato per la corrispondente aliquota di rendimento in modo da ottenere la quota A
  •  L’aliquota di rendimento, pari al 2% annuo della tua retribuzione/reddito percepiti entro determinati limiti, decresce per fasce di importo superiore.
  • Anche per la quota B verrà calcolata la tua retribuzione media settimanale, ma si estenderà a 520 settimane.
  • La somma delle due quote determinerà infine l’ammontare della tua pensione lorda mensile.

Come si calcola nel sistema contributivo

Il sistema contributivo, a parità di contributi e retribuzione, liquida pensioni di importo inferiore rispetto a quelle liquidate con il sistema retributivo, penalizzando i lavoratori più giovani rispetto ai genitori.

Per questo motivo, diventa essenziale tutelarsi pensando a forme di pensione integrativa.

Il sistema contributivo non applica le disposizioni sull’integrazione al minimo, il che significa che chi ha contributi dal valore molto basso potrebbe percepire una pensione ridotta pur avendo molti anni di versamenti.

Il calcolo della pensione di vecchiaia con il sistema contributivo parte dai contributi versati a partire dal 31 dicembre 2011. Se si aveva ancora il retributivo, la penalizzazione sarà tanto minore quanto si era vicini all’età pensionabile, mantenendo le precedenti regole per i vecchi contributi.

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Per calcolare la pensione di vecchiaia con il sistema contributivo sarà opportuno effettuare i seguenti passaggi:

  • Sommare la retribuzione annua e moltiplicarla per il 33% per ottenere il montante, ogni anno tale montante dovrà essere rivalutato per i tassi di capitalizzazione pubblicati dall’ISTAT.
  • Successivamente, si applicherà al montante complessivo il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età del lavoratore per determinare la misura della pensione annua.

Come si calcola nel sistema misto

Per coloro che hanno accumulato meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, il calcolo della pensione di vecchiaia con il sistema misto: per tutti i contributi maturati fino a 31 dicembre 1995 verrà applicato il calcolo retributivo, per i contributi successivi al 1° gennaio 1996 sarà applicato il sistema contributivo.

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Prima della riforma Forner il sistema misto prevedeva il calcolo di due o tre quote:

  • la quota A, calcolata come nel sistema retributivo
  • la quota B, ottenuta tramite un complesso calcolo della retribuzione settimanale
  • la quota C, calcolata con il metodo contributivo per le anzianità acquisite dal 1° gennaio 1996 in poi.

In particolare, per i lavoratori che hanno accumulato meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre, verrà applicato il sistema retributivo per il calcolo delle quote A e B, mentre la quota C sarà calcolata con il metodo contributivo per le contribuzioni successivo al 31 dicembre 1995.

Pensione di vecchiaia invalidi civili

La pensione di vecchiaia per invalidi civili è un beneficio che consente ai lavoratori dipendenti del settore privato riconosciuti invalidi in misura non inferiore all’80% di accedere alla pensione anticipata con un requisito di età inferiore rispetto alla generalità dei lavoratori.

Tuttavia, per richiedere questa forma di pensionamento, i lavoratori dipendenti devono soddisfare le seguenti condizioni:

  • In primo luogo, i lavoratori dipendenti devono essere in possesso del requisito sanitario, che prevede una invalidità non inferiore all’80%, riconosciuta dall’INPS.
  • Inoltre, devono possedere il requisito amministrativo, che per il 2023 è pari a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini, con almeno 20 anni di contributi.

Per questa tipologia di pensionamento è prevista l’applicazione della finestra “mobile”, pari a 12 mesi.

È importante sottolineare che i titolari di Assegno ordinario di invalidità possono richiedere la trasformazione dell’assegno in pensione di vecchiaia inviando, a corredo della domanda di pensione, anche la relativa documentazione che attesta il riconoscimento da parte dell’INPS dello stato invalidante.

Il riconoscimento dello stato di invalidità in misura non inferiore all’80% deve essere effettuato dalla commissione medico sanitaria dell’INPS.

Nel caso in cui il riconoscimento sia stato effettuato da un altro ente, come il riconoscimento dell’invalidità civile, questo costituisce un elemento di valutazione per la formulazione del giudizio medico legale da parte degli uffici sanitari.

Infine, è importante precisare che non possono accedere a questa forma di pensionamento i lavoratori autonomi o i dipendenti pubblici, a meno che non abbiano maturato il trattamento con la contribuzione accreditata presso il Fondo pensione lavoratori dipendenti o i fondi sostitutivi.

In conclusione, la pensione di vecchiaia per invalidi civili rappresenta una soluzione importante per i lavoratori dipendenti che, a causa di una invalidità riconosciuta in misura non inferiore all’80%, possono accedere alla pensione anticipata con un requisito di età inferiore rispetto alla generalità dei lavoratori.

Tuttavia, per richiedere questa forma di pensionamento, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici, in modo da poter godere di questo importante beneficio.

Decorrenza

Secondo la Riforma del 2011, la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile.

Ciò significa che, una volta raggiunta l’età pensionabile e cessata l’attività lavorativa dipendente, si potrà richiedere la prestazione pensionistica.

Tuttavia, se l’assicurato non ha raggiunto l’età pensionabile ma ha soddisfatto i requisiti assicurativi e contributivi previsti dalla legge, potrà richiedere la pensione di vecchiaia e la decorrenza sarà dal primo giorno del mese successivo a quello di conseguimento dei requisiti.

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, invece, non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa per richiedere la pensione di vecchiaia.

In tal caso, la decorrenza della pensione sarà determinata dalle medesime regole valide per i lavoratori dipendenti.

Infine, l’interessato può richiedere la decorrenza della pensione di vecchiaia anche dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Ciò significa che, una volta acquisiti i requisiti, si può presentare la domanda per l’ottenimento della pensione di vecchiaia e la decorrenza avverrà dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda stessa.

In sintesi, la decorrenza della pensione di vecchiaia avviene dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dell’età pensionabile o al conseguimento dei requisiti assicurativi e contributivi, se successivi all’età pensionabile.

Inoltre, l’interessato può richiedere la decorrenza anche dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

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